La Nuova Sardegna

Olbia

La Bandiera arancione ora sventola in Cina

di Sebastiano Depperu
La Bandiera arancione ora sventola in Cina

Il Comune di Aggius in missione nella provincia dello Jiangsu per far conoscere i tesori del paese 

02 novembre 2019
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AGGIUS. I paesi italiani Bandiera arancione volano, tra qualche giorno, voleranno in Cina. Ci sarà anche Aggius. Si presenteranno come modello di sviluppo turistico (ma non solo). Grazie alle attività di promozione turistica e valorizzazione dei territori messa in campo, in questi anni dall'Associazione Paesi Bandiera Arancione, infatti, una delegazione di rappresentanti guidata dal vice presidente Giuliano Ciabocco e composta dai comuni Bandiera arancione di Aggius, Dolceacqua, San Ginesio, Palena, Mercatello sul Metauro, Gradara, Lucignano e Castelnuovo Magra è stata invitata a partecipare in Cina dall’ Associazione del popolo della provincia di Jiangsu per l’amicizia con l’estero al “Jiangsu international forum on development of themed towns”, evento denominato “Borghi caratteristici” in programma dal lunedì 4 a venerdì 8 novembre . «Siamo fieri e orgogliosi di questo invito e parteciperemo con grande entusiamo – spiega Andrea Altea l'assessore comunale al Turismo di Aggius che andrà in Cina – la mia presenza, servirà per rappresentare Aggius, la Gallura e tutte le altre Bandiere arancioni della Sardegna, in quanto sono il delegato sardo nel direttivo nazionale». Sarà, dunque, un'opportunità per rafforzare gli scambi internazionali e la cooperazione tra i paesi coinvolti. Ci sarà un convegno dove si parlerà di gestione per lo sviluppo dei comuni in chiave culturale e turistica e, sicuramente, non mancherà la possibilità di scambiarsi esperienze e buone pratiche per incentivare la tutela e conoscenza della qualità e delle risorse paesaggistiche, artistiche e storiche dei territori. Il modello turistico dei paesi Bandiera arancione, certificati dal Touring club italiano, non solo rappresenta un simbolo del made in Italy per tipicità della propria identità, ma si differenzia da altri modelli turistici grazie alla conservazione e al sostegno delle tradizioni produttive locali potenzialmente capaci di rispondere ad una domanda globale al fine di migliorare anche l'offerta internazionale.

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