La Nuova Sardegna

Olbia

Campo rom chiuso, sistemate 33 persone

di Serena Lullia
Campo rom chiuso, sistemate 33 persone

Le 5 famiglie con bimbi ospiti temporanei del centro di via Canova. L’appello del sindaco Nizzi: «Servono case in affitto»

24 novembre 2019
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OLBIA. Il campo rom non esiste più. È stato sgomberato e sigillato dalle forze dell’ordine. Dal pomeriggio è vietato l’ingresso nell’area che fino a ieri ha ospitato le ultime cinque famiglie nomadi: 33 persone, di cui 15 minori. Tutti sono stati temporaneamente trasferiti nel Centro umanitario di via Canova, a eccezione di un nucleo familiare che si trova in una casa privata. Una soluzione con il timer, resa necessaria dal provvedimento del tribunale di Tempio che ordinava l’immediato sgombero. Un provvedimento che ha messo il turbo alle operazioni di ricollocazione. Tra venerdì e sabato la comunicazione del provvedimento urgente del giudice alle famiglie rom. La prima soluzione prevedeva la sistemazione delle 33 persone nel Centro immigrati dell’ex hotel Savoia. Opzione non andata a buon fine. Servizi sociali e Lavori pubblici hanno quindi lavorato al piano B. Che ieri in tarda mattinata ha preso forma.

Lo sgombero. Nessuno immagini scene di violenza. Agenti che con la forza trascinano fuori dal campo donne e bambini. Lo sgombero è avvenuto in un clima di grande collaborazione tra Comune, militari e famiglie. Le persone rimaste a Sa Corroncedda si sentono e sono olbiesi. Sono nate e cresciute in città. Lavorano, i bambini frequentano le scuole e le palestre. Quando il Comune, in anticipo rispetto alla scadenza del 2020 imposta dall’Unione europea aveva deciso di chiudere Sa Corroncedda, avevano cominciato a cercare casa in affitto. Non volevano seguire chi aveva scelto di vivere nelle roulotte in campagna. Insieme al Comune hanno provato a trovare degli appartamenti. Ma nemmeno le garanzie economiche offerte dall’amministrazione hanno convinto i proprietari. Richieste respinte. Ecco quindi che sono stati costretti a ritornare al campo rom. Che però nel frattempo si è trasformato nella terra di nessuno. Tutti si sono sentiti autorizzati a scaricarci rifiuti trasformando l’area in una maxi discarica. Oggi sotto sequestro. Un disastro ambientale oltre che sociale su cui indaga la magistratura.

Soluzione a tempo. «Abbiamo dato un’accelerata alla risoluzione dell’emergenza – commenta il sindaco Settimo Nizzi –. Purtroppo tutte le strutture ricettive e le case private che abbiamo interpellato, come anche il gestore del centro immigrati di via Savoia, non hanno dato la loro disponibilità ad accogliere persone di etnia rom. Da qui la soluzione temporanea nel centro di via Canova». Sistemazione con una scadenza. «Siamo riusciti a risolvere l’emergenza, a mettere al sicuro tutte le persone, in particolare i bambini e mantenere l’integrità delle famiglie – commenta l’assessore ai Servizi sociali Simonetta Lai –. Questa era la cosa che più ci stava a cuore e ci dà un po’ di respiro per trovare soluzioni definitive».

L’appello. Il problema principale resta. Trovare case in affitto per le famiglie rom. Diffidenza e pregiudizio spingono i proprietari a dire no alle loro richieste. «Chiediamo a tutti i nostri concittadini proprietari di case e alberghi di dare disponibilità di spazi a queste persone perché possano sistemarsi – lancia per l’ennesima volta l’appello Nizzi –. In modo che questa piaga e vergogna della nostra città diventi solo un brutto ricordo e permetta a questi nostri concittadini di integrarsi e migliorare la loro e la nostra qualità della vita».

Ora la bonifica. Sgomberato il campo rom, può cominciare la bonifica della discarica. Sono iniziati i lavori di rimozione dei rifiuti sulla strada che porta a Sa Corroncedda. Adesso spetta ai tecnici comunali fare la ricognizione esatta delle tonnellate di rifiuti stipati nel campo e tutto intorno. Stimare i costi di smaltimento, indicare chi li sosterrà E procedere a cancellare definitivamente il degrado.

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