La Nuova Sardegna

Olbia

Intossicate dai funghi mamma 97enne e figlia

Intossicate dai funghi mamma 97enne e figlia

Le donne di Aglientu sono finite all’ospedale di Tempio con vomiti e mal di pancia Ricoverata a Olbia anche una coppia di Palau. L’Assl: attenzione ai falsi “esperti”

13 dicembre 2019
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AGLIENTU. Se la sono vista brutta madre e figlia di 97 e 65 anni di Aglientu che per cena avevano gustato un bel piatto di funghi trifolati. Buoni sicuramente, ma dannosi per come erano stati raccolti e cucinati. Tanto da far finire la nonnina e sua figlia all’ospedale di Tempio per intossicazione. Le due donne avevano mangiato i funghi conosciuti come “Mazza di tamburo” (Macrolepiota procera), cucinati dopo tre giorni dalla raccolta: un fungo commestibile, ma leggermente tossico da crudo, e che quindi necessita di una prolungata cottura. Avevano consumato oltre al “cappello”, anche il “gambo”, che risulta essere fibroso, duro e poco digeribile. Il tutto cotto per breve tempo. Per le due donne è stata una notte infernale, tra vomito irrefrenabile e mal di pancia violento. Così, la mattina dopo, sono finite al pronto soccorso del “Paolo Dettori”. Come da procedura, è stato seguito il protocollo da intossicazione alimentare: i medici, con la consulenza dei micologi dell’Assl, hanno trattato le pazienti, rimaste poi in osservazione in ospedale per alcune ore. Ma non è l’unico caso di intossicazione da funghi avvenuto in questi giorni. Una coppia di 50enni di Palau è finita all’ospedale di Olbia per aver consumato un fungo velenoso, l’Omphalotus olearius, dal tipico colore arancione, spesso confuso per il Cantharellus cibarius, anche detto “Gallinaccio”. A garantirne la commestibilità sarebbe stato un conoscente che da decenni raccoglie funghi e per questo, erroneamente, ritenuto un “esperto”. Anche per la coppia di Palau, ore di osservazione in ospedale e attivazione dei protocolli da intossicazione alimentare.

Di fronte ai nuovi casi di intossicazione da funghi, i micologi della Ats Assl di Olbia lanciano l’ennesimo appello ai cittadini: attenzione ai falsi esperti e alle modalità di raccolta e consumo. Nel caso di Aglientu, la “Mazza di tamburo”, è stata consumata dopo tre giorni dalla raccolta, cosa sconsigliabile (meglio consumarli non troppo avanti con la maturazione e ben cotti), così come è sconsigliabile raccogliere funghi a bordo strada o nei parchi «in quanto assorbono scarichi delle auto ed eventuali diserbanti», spiegano i micologi. Che aggiungono. «Pratica pericolosissima è affidarsi a un conoscente “esperto”: in caso di conseguenze gravi per il consumatore, ad esempio un danno epatico permanente, rischia una denuncia penale». Per evitare tutto ciò basta rivolgersi al servizio gratuito dell’Ispettorato micologico dell’Assl garantito il lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 9 alle 13 negli ambulatori della guardia turistica al “San Giovanni di Dio” (viale Aldo Moro; 0789/552153 - 262), e a Tempio nel palazzo Ex Inam, (via Demartis; 079/678333). (t.s.)



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