La Nuova Sardegna

Olbia

«La vendita di Rinagghju: una storia che si ripete»

di Angelo Mavuli
«La vendita di Rinagghju: una storia che si ripete»

La giunta ricorda i precedenti: «Anche l’esecutivo di Frediani votò l’alienazione E oggi esprimono un parere contrario proprio coloro che erano stati favorevoli»

19 gennaio 2020
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TEMPIO. «Dispiace, francamente, che l’alienazione di alcuni beni immobili, come possono essere quelli di Pischinaccia e Rinagghju recentemente discussi in consiglio comunale, sia stata trasformata da alcuni consiglieri, (2 su 15 e tutti e due ex della maggioranza) in un momento di scontro istituzionale che esula però totalmente dalla democrazia e dal buon governo della città. Si è trattato infatti di una mera rivalsa personale di basso profilo».

L’affermazione, riferita alle due consigliere comunali (entrambe ex assessori) Daniela Lattuneddu e Alessandra Amic, è stata fatta da Gianni Addis all’indomani del consiglio comunale che ha dato il via libera, con il voto della maggioranza e delle due opposizioni, all’inserimento dei compendi di Pischinaccia e Rinagghju fra i beni disponibili e alienabili della città.

«L’inserimento - aggiunge l’assessore Francesco Quargnenti -, non è argomento nuovo per l’amministrazione comunale che già se n’era occupata, ad esempio, nel novembre del 2015. L’operazione, in quell’occasione, per alcuni immobili, purtroppo non riuscì, perché non ci fu nessun interesse alle proposte del Comune nonostante fossero state indette ben tre sessioni di gara. Tutte e tre si erano concluse con un nulla di fatto. Devo anche ricordare, per amore della verità, che in quell’occasione, (novembre del 2015), il gruppo di opposizione Tempio Libera e Democratica si oppose alla vendita dei locali dell’ex ospedale ed ex Gaus, di Via Olbia, dichiarato inalienabile dalla Regione e collocato fra i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna. Per lo stesso, che non figura più nell’elenco dei beni in vendita, si stanno cercando diindividuare forme di valorizzazione alternative. Per quanto concerne, invece, la Pischinaccia e Rinagghju, sempre per amore della verità, devo ricordare - conclude Quargnenti -, che anche la giunta precedente alla nostra, quella del sindaco Romeo Frediani, con una lunga delibera, aveva disposto ugualmente l’alienazione dei due complessi. Avevano votato a favore dell’alienazione l’allora assessore Nicola Luciano, i consiglieri Angelo Cossu e Marcello Doneddu. Gli stessi che oggi, invece, sui social e pubblicamente sbraitano contro l’attuale esecutivo che vuole adottare la loro stessa decisione. Per onestà culturale, devo ricordare che contro la delibera di Frediani, invece, votarono, oltre il sottoscritto, anche i consiglieri comunali Anna Paola Aisoni, Giuseppe Pirinu, Franco Marotto e Tato Usai: in quel momento ci trovavamo tutti all’opposizione. Corsi e ricorsi imperscrutabili della storia - conclude Quargnenti -, che immancabilmente si ripropongono».

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