La Nuova Sardegna

Olbia

Sedi di polizia disagiate, Es festeggia

Il sindacalista Zancudi: «Bene il riconoscimento di Arzachena e Santa Teresa»

25 gennaio 2020
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SANTA TERESA. «La sicurezza della comunità è un bene prezioso che lo Stato deve sforzarsi di garantire in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. A maggior ragione in quelle zone in cui si riscontra un oggettivo disagio ambientale, sia nel caso in cui questo sia connesso a fattori climatici sia a oggettive carenze nella logistica. A cominciare dai collegamenti ferroviari e automobilistici. Per questo, da tempo, “Equilibrio Sicurezza” si batte affinché vengano riconosciute le condizioni di oggettivo disagio che caratterizzano gran parte del territorio sardo». Questo è il commento di Simone Zancudi, segretario provinciale del sindacato Equilibrio Sicurezza, alla decisione del ministero dell’Interno di inserire diverse sedi della polizia sarde nell’elenco di quelle disagiate. Alghero, Arzachena, Fonni, Gavoi, Laconi, Lanusei, Macomer, Muravera, Orgosolo, Ottana, Posada, Sarroch, Siniscola e Tortolì. «Nel tempo abbiamo proposto e ottenuto gli appositi decreti in materia – prosegue Zancudi –. Ma anche dopo aver conseguito questo lungo elenco, la prosecuzione dell’impegno assiduo e costante ha fatto sì che, da quest’anno, venisse incluso anche il posto di polizia di Santa Teresa e gli uffici della sezione di polizia giudiziaria presso il Tribunale di Lanusei, in precedenza esclusi. Questi riconoscimenti garantiscono ai poliziotti che prestano servizio nelle località elencate alcuni vantaggi sotto l’aspetto della mobilità a domanda e per ciò che attiene al loro vettovagliamento, migliorando così le loro condizioni lavorative. Cosa che avrà senz’altro una ricaduta positiva sull’efficienza e l’efficacia del servizio reso alle comunità locali». Ma Equilibrio Sicurezza non intende accontentarsi. «Nel territorio sardo ci sono altre realtà territoriali che rispondono ai criteri oggettivi messi a punto qualche anno, fa e inseriti in uno specifico accordo tra ministero dell’interno e sindacati – conclude il sindacalista –, come, ad esempio Porto Torres. Ed è per questo che continueremo a mettercela tutta affinché il riconoscimento di sede disagiata comprenda anche Porto Torres».

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