La Nuova Sardegna

Olbia

Blindati altri tre reparti, alt ai ricoveri

di Stefania Puorro
Blindati altri tre reparti, alt ai ricoveri

Ospedale: casi positivi anche in Ortopedia, Medicina e Chirurgia, ma si attendono a breve i risultati di altri tamponi

25 marzo 2020
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Altri tre reparti chiusi e blindati. Non solo perché si aspettano ulteriori risultati dei tamponi a cui sono stati sottoposti pazienti e operatori sanitari, ma anche perché si sono già registrati alcuni casi positivi, quasi tutti asintomatici. È accaduto in Medicina, in Ortopedia e in Chirurgia. Dove è scattato l’alt a ulteriori ricoveri, almeno per ora. Prima che possano riprendere a funzionare regolarmente, si dovrà capire se ci sono stati altri contagi, oltre a quelli già accertati, e solo allora (col trasferimento o con l’isolamento in una zona protetta dell’ospedale di coloro che sono stati colpiti dal virus) si potrà procedere alla sanificazione degli ambienti. Sui tempi, quindi, non ci sono certezze.

Questa situazione sospende, di fatto, gli accessi all’ospedale. E anche l’altra sanità, quella che sino a due giorni fa procedeva senza intoppi, subisce un brusco stop. Ovvero: tutti i pazienti urgenti (non legati al Coronavirus) che arriveranno al pronto soccorso, dopo la stabilizzazione da parte degli specialisti della Medicina d’urgenza, verranno trasferiti immediatamente in altre strutture. È già accaduto proprio ieri: è arrivata una paziente in ambulanza che doveva essere operata ed è stata subito trasferita a Nuoro. Sì, la situazione è proprio questa. Un blocco parziale delle attività ospedaliere, anche se temporaneo.

E mentre il presidente Solinas ha annunciato un filo diretto con i sindaci (a partire da oggi, in teleconferenza) per aggiornarli costantemente - come loro stessi hanno chiesto -, le notizie sugli ospedali della Gallura vengono diffuse spesso col contagocce e in via ufficiosa.

È ufficiale, invece, la riapertura (oggi) del centro trasfusionale del Giovanni Paolo II. Si tratta di un nuovo via libera, in realtà, perché inizialmente era stata annunciata la ripresa delle attività per l’altro ieri. Ma il risultato positivo di un tampone (arrivato domenica sera) a cui era stato sottoposto un operatore, aveva causato il rinvio per procedere a una seconda sanificazione dei locali. Il centro trasfusionale, il cui personale ha già completato i test, segue una settantina di talassemici (dai 15 ai 53 anni), circa tremila pazienti che vengono sottoposti a terapia anticoagulante orale e un discreto numero di persone che invece fanno cicli di salassoterapia (per un sovraccarico di ferro).

L’altro ieri sera, intanto, sono stati trasferiti dalla Rianimazione (che resta ancora chiusa) gli ultimi due pazienti che soffrono di diverse patologie e che si sono ammalate di Coronavirus. Uno di questi, negativizzato, e (ri)trasferito da Sassari a Olbia, è risultato nuovamente positivo ed è stato portato a Nuoro.

Ancora chiusa anche l’emodinamica, quel “laboratorio” della Cardiologia che analizza e studia il comportamento del sangue in movimento nei vasi. È invece aperta l’Utic, l’unità di terapia intensiva coronarica.

All’ospedale “Paolo Dettori” di Tempio, infine, ancora chiusi il reparto di Medicina e quello di Ortopedia.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative