La Nuova Sardegna

Olbia

Coronavirus, a Olbia il pane solidale di Gianna: «Chi ha bisogno prenda»

Paolo Ardovino
Coronavirus, a Olbia il pane solidale di Gianna: «Chi ha bisogno prenda»

Buste per chi è in difficoltà davanti alla panetteria Derosas di viale Aldo Moro. «Abbiamo sistemato l’invenduto in una cesta, molti clienti vogliono contribuire» 

05 aprile 2020
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OLBIA Un tavolino, una tovaglia a quadri rossi e bianchi. E sopra, una cesta con all'interno diverse buste per il pane. Senza troppe spiegazioni, se non appena un foglio bianco appeso e la scritta “Chi ha bisogno prenda”. È quel che è accaduto un paio di giorni fa fuori dal panificio Derosas di viale Aldo Moro. L’iniziativa è partita in maniera spontanea, forse neanche come iniziativa vera e propria ma più come semplice idea, poi ci ha pensato qualche foto finita sui social, scattata da clienti felici dell’azione solidale, e da lì è diventata virale in poche ore. La prima a essere sorpresa è stata la panettiera Gianna Delaria: «Non mi aspettavo un successo del genere. Ho fatto una cosa talmente semplice…». Chiusa la saracinesca all’ora di pranzo, poco fuori all’ingresso del panificio ha sistemato una cesta con tutto il pane rimasto invenduto, a disposizione di chi ne avesse bisogno. La stessa cosa l’ha ripetuta ieri e continuerà nei prossimi giorni: «E hanno iniziato a partecipare anche i clienti, che hanno voluto nel loro piccolo fare una donazione. Chi paga un panino da mettere fuori, chi una pizzetta». E chi è andato oltre, racconta la stessa Gianna: «Come una signora che ha semplicemente messo sul bancone trenta euro, mi ha lasciato senza parole. Le ho fatto lo scontrino però ha chiesto di decidere noi quali prodotti mettere nella cesta per quella cifra. Pane ma anche pasta, pane grattugiato e altro».

I dubbi del primo giorno, se quell’idea così semplice e anonima potesse funzionare, sono stati scacciati da una chiamata fortuita: «Pensavamo di tornare la mattina dopo e trovare ancora lì tutte le buste con il pane. Invece nel pomeriggio, attorno alle 16, un ragazzo mi ha avvisato che il cestino era caduto. Sono andata a vedere e ho scoperto che era vuoto», e forse proprio per quello, ormai vuoto e leggero, si è rovesciato sul marciapiede. «La gente ha bisogno, ma molti si vergognano di chiedere, lo capisco – commenta la panettiera –. Dopo la chiusura, verso le 13.30, abbiamo di nuovo lasciato il pane rimasto e tante altre cose, pasta, fresine, pane grattugiato, cornetti. Mio marito è passato attorno alle 15 e già non c’era più nulla». «Ho anche pensato, a dir la verità, che qualcuno potesse essere passato e aver caricato da solo tutte le buste per sé – ammette –. Ma una vicina mi ha assicurato di aver visto diverse auto avvicinarsi alla cesta». E nelle ore di apertura al pubblico, le regole sono chiare, stampate in un cartello all’entrata. Si entra uno alla volta, si tiene la distanza di sicurezza: «Certo c’è tristezza, e molta povertà, è capitato che qualcuno nei giorni passati mi chiedesse un panino in regalo, e comprendo le difficoltà che abbiamo tutti in questo periodo».

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