La Nuova Sardegna

Olbia

Ancora guai giudiziari per il femminicida di Sorso

di Tiziana Simula
Ancora guai giudiziari per il femminicida di Sorso

Francesco Fadda è finito in un’inchiesta su una presunta attività di spaccio. La Procura di Tempio ha chiesto l’archiviazione. Il gip deciderà a giugno

20 aprile 2020
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OLBIA. Nuovi guai giudiziari per Francesco Baingio Douglas Fadda, il 45enne sassarese accusato di aver assassinato lo scorso 15 febbraio a Sorso la sua compagna Zdenka Krejcikova, madre di due gemelle di 11 anni. L’uomo è finito in un’inchiesta su una presunta attività di spaccio di sostanze stupefacenti, stralcio di una più ampia attività d’indagine condotta nel 2015 dalla Dda di Cagliari su una gigantesca frode informatica con l’utilizzo di carte clonate scaturita, poi, nel processo che lo ha visto imputato nel tribunale di Tempio insieme ad altre quattro persone. I cinque, ritenuti gli organizzatori della mega truffa, sono stati già giudicati con riti alternativi, mentre è ancora in corso il processo nei confronti di 20 persone, tra ristoratori, baristi e titolari di attività commerciali di Olbia, Arzachena, Cannigione e Porto Cervo, accusati di concorso nella frode informatica.

Sulla presunta attività di spaccio, nel 2016, la Procura di Tempio ha chiesto al gip l’archiviazione per Fadda e altri quattro indagati, ritenendo che non ci fossero elementi sufficienti per sostenere l’accusa nel processo. Sarà ora il gip Caterina Interlandi a decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione. L’udienza è fissata al 18 giugno.

È proprio indagando sulle carte clonate che sarebbe spuntata la presunta attività di spaccio addebitata a Fadda. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dal gip di Cagliari su richiesta della Dda del capoluogo, sarebbe emersa una pista investigativa che ricollegava il sassarese ad una presunta attività di spaccio che si estendeva dalla Gallura all’hinterland sassarese. In quel periodo, Francesco Baingio Douglas Fadda, gravitava tra Castelsardo e la Gallura dove intratteneva rapporti con alcune persone sospettate di essere suoi sodali. L’attività investigativa condotta dai carabinieri del Norm di Olbia, nel 2015, si basava essenzialmente sulle intercettazioni e sulla cosidetta “droga parlata” (il presunto spaccio veniva dedotto cioè, dal contenuto delle conversazioni intercettate tra gli indagati) che non aveva condotto, però, a riscontri oggettivi, quali arresti in flagranza o sequestri di sostanza stupefacente. Per questo motivo, la Procura di Tempio aveva chiesto al gip l’archiviazione per Fadda e altri quattro indagati ritenendo, appunto, che gli elementi raccolti non fossero idonei a sostenere l’accusa nel processo penale. La decisione se archiviare o meno, spetta ora al gip.

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