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Olbia

Olbia, l’aeroporto alla prova del Covid

Giandomenico Mele
Olbia, l’aeroporto alla prova del Covid

Il Costa Smeralda prepara le misure di sicurezza: termoscanner, protezioni individuali e niente più file

21 aprile 2020
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OLBIA. Pronti a ripartire. Decolli e atterraggi saranno solo un aspetto del futuro dell’aeroporto di Olbia. Che sia il 4 maggio o si debba aspettare ancora qualche settimana. Il Costa Smeralda si dovrà adeguare ai nuovi standard di sicurezza imposti dall’epidemia Covid–19. Per ora l’aeroporto è pronto con le dotazioni richieste, in attesa dei protocolli del Governo. «Termoscanner, dispositivi di protezione individuale in dotazione per ogni dipendente e distanziamento, gel disinfettante, noi siamo già pronti», spiegano dalla Geasar. Ma il futuro imporrà una rivoluzione nell’aeroporto.

Mobilità. Via i finger che collegano il gate al portellone dell'aereo. Via anche gli autobus, utilizzati da alcune compagnie per trasportare i passeggeri fino agli aeromobili parcheggiati lontano dal gate. Quindi tutti a piedi in fila indiana fino all'imbarco. Sono alcune delle nuove misure che si prospettano all’interno dello scalo per garantire una distanza di almeno un metro e mezzo tra i passeggeri. Poi ci sarà da risolvere la questione delle file per i check-in e gli imbarchi. L’aeroporto dovrà presumibilmente dotarsi di dispositivi elettronici sul pavimento per mantenere la distanza di sicurezza.

Igiene. Un altro aspetto che dovrà essere curato in modo più efficiente sarà la sanificazione costante di carrelli, rulli e aeromobili che stazionano nello scalo prima di ripartire la mattina seguente. Ma anche l’igienizzazione dei contenitori porta oggetti al controllo del metal detector e dei bagagli che vanno in stiva. Queste sono misure già operative, che andranno migliorate e svolte diverse volte al giorno.

Tamponi. Un discorso a parte merita il “passaporto sanitario”. La Regione punta a fare dell’isola una zona Covid-free. Questo implica che il primo e più importante tassello del sistema siano aeroporti e porti. «Entrambi andranno dotati di piattaforme di processazione rapida di tamponi, per tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19 – ha spiegato il presidente della Regione –. Sugli arrivi, poi, esistono una serie di variabili da considerare, data la situazione di lockdown in tutto il mondo». L'idea è proporre anche a Olbia il test rapido a tutti i turisti che sbarcano al Costa Smeralda. In questo modo verrebbero individuati subito eventuali positivi al Covid-19. I costi sono sostenibili, anche perché nel momento in cui saranno consentiti gli arrivi, il numero dei passeggeri sarebbe inizialmente limitato.

Sicurezza. Geasar in queste settimane sta verificando tutte le misure per facilitare l'arrivo e la partenza dei viaggiatori. Si sta procedendo alla scelta delle tecnologie più efficienti per la sanificazione industriale di ambienti molto ampi. Anche se si attende, appunto, l’ufficialità di un protocollo condiviso. La Regione ha parlato di “zone grigie” in porti e aeroporti destinate ai turisti in arrivo. In attesa dei risultati dei test, si potrebbe prestare il consenso a essere seguiti attraverso una app per smartphone. Così da ricostruire eventuali contatti a rischio. Bisognerà pensare a nuovi spazi che possano far funzionare meglio le aree destinate ai controlli e potenziare al massimo le nuove tecnologie.

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