La Nuova Sardegna

Olbia

I bus al tempo del Covid a terra molti passeggeri

di Giandomenico Mele
I bus al tempo del Covid a terra molti passeggeri

Terminato il lockdown, l’Aspo ha riattivato tutte le linee del trasporto urbano  I distanziamenti a bordo sono severi, difficile garantire puntualità ed efficienza 

28 maggio 2020
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OLBIA. La corsa alle corse è iniziata. Segno del passaggio alla fase 2 della pandemia. L’Aspo, l’azienda che gestisce il trasporto urbano a Olbia, ha ripristinato linee fondamentali per la città. Soprattutto la numero 1, dal centro commerciale Auchan al Terranova in zona Basa, passando per il centro città. Ma anche la numero 5 che collega Olbia con le spiagge, da Porto Istana a Porto Rotondo. A questo punto il vero problema sarà quello di garantire la mobilità. Perché il distanziamento fisico a bordo dei mezzi renderà difficile poter offrire ai passeggeri corse puntuali e spostamenti efficienti. I primi disagi si stanno già avvertendo con segnalazioni di protesta da parte di cittadini che non riescono più a prendere il bus.

Le limitazioni. «Con le ultime disposizioni del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, rispettando i vincoli della distanza di un metro tra i passeggeri, un autobus omologato per trasportare 88 persone non può averne a bordo più di 14 – spiega Massimo Putzu, presidente dell’Aspo –. Inizialmente siamo riusciti a contenere il numero di persone lasciate a terra a causa dei limiti di capienza. Ora c’è stata una crescita esponenziale di utenti, almeno quattro volte il numero di passeggeri del primo periodo seguente al lockdown».

Le linee. Le linee per il mare sono già quasi al massimo di richieste, in determinate giornate. Ma anche quelle per i centri commerciali hanno visto aumentare il numero di passeggeri. Ora l’Aspo chiede una revisione dei parametri a bordo dei mezzi, non appena la curva epidemiologica darà altre buone notizie. Nel frattempo bisogna fare i conti con una domanda che non può coincidere con l’offerta. «La Regione, alla quale siamo legati con un contratto di servizio, ci ha imposto una riduzione del 60% delle linee, per limitare l’impatto del coronavirus – conferma Massimo Putzu –. Il numero di passeggeri però sta crescendo in modo notevole, in attesa che riaprano le linee 2 e 10 per l’aeroporto e la 9 per il porto».

Nuova mobilità. L’impatto del coronavirus ha rivoluzionato anche il trasporto pubblico su gomma. L’Aspo è stata costretta a mettere in piedi una strategia di contenimento dei possibili contagi, riducendo drasticamente numero di linee e corse, pur non interrompendo un servizio di mobilità che in certe situazioni diventa essenziale. Normalmente l’Aspo assicura 12 linee e 350 corse quotidiane. Durante il lockdown ha coperto sei linee per 56 corse al giorno, con una riduzione dell’operativo che si aggirava intorno all’85%. Ora un repentino ritorno alla normalità, soprattutto nelle abitudini di mobilità. «Il Comune sta lavorando a nuove soluzioni su mobilità alternativa e accessoria, ma non esiste attualmente la possibilità di sviluppare grandi investimenti – sottolinea Putzu –. Per due mesi i parcheggi erano liberi, per venire incontro alle esigenze dei cittadini nel periodo del picco dei contagi. Ora si valuteranno tempi e modi di un eventuale ritorno degli stalli a pagamento».

Sicurezza. Confermate le misure di sicurezza messe in campo dall’azienda. Su tutti gli autobus dell’Aspo è consentito salire a bordo solo dalla parte posteriore. Non esistono contatti con il conducente, dal momento che è stata interrotta la vendita dei biglietti a bordo, consentendo l’acquisto solo nelle rivendite autorizzate, con un sms o attraverso l’app My Cicero. Il conducente degli autobus è isolato attraverso una barriera in plastica, che impedisce ai passeggeri di avvicinarsi. L’Aspo monitora costantemente lo sviluppo dei flussi e attende che la capienza possa aumentare di pari passo con la perdita di forza del virus.

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