La Nuova Sardegna

Operazione Polo Ovest

Maxi operazione antidroga, i dettagli sui rapporti con camorra e ‘ndrangheta e il ruolo del sindaco arrestato

di Francesco Zizi
Maxi operazione antidroga, i dettagli sui rapporti con camorra e ‘ndrangheta e il ruolo del sindaco arrestato

Nelle chat criptate si chiamavano come i personaggi della serie tv La casa di Carta, ma in questa storia non ci sono maschere di Dalí né rifugi scenografici

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Berlino, Milan, Pompeo. Nelle chat criptate si chiamavano come i personaggi de La casa di Carta. Ma non in questa storia non ci sono maschere di Dalí né rifugi scenografici. Piuttosto c’era un traffico di droga che si muoveva sottotraccia, con la stessa disciplina di una sceneggiatura ben scritta: la Sardegna al centro, il mare come cerniera, l’Albania, Napoli e la Calabria come serbatoio. Ed è quando i carabinieri iniziano a ricostruire quella trama che la fiction si dissolve, lasciando spazio a un’organizzazione reale, strutturata, capace di dialogare con la ‘ndrangheta, trattare con ambienti napoletani riconducibili alla camorra e aprire canali con fornitori albanesi. Dentro quel sistema, secondo il Gip, operava anche un sindaco in carica. Secondo l’accusa, le figure apicali erano Luciano Corraine, Raffaele Nonne e Salvatore Sotgiu: attorno a loro una raffinata macchina di distribuzione, trasporto su ruote e smercio degli stupefacenti.

Ventuno le persone finite nel mirino della maxi operazione antidroga Polo Ovest, condotta all’alba di ieri, lunedì 15 dicembre, dal Reparto territoriale dei carabinieri di Olbia e coordinata dalla Dda di Cagliari. L’inchiesta ricostruisce un sodalizio criminale attivo almeno dal 2019, in grado di movimentare oltre 200 chilogrammi di cocaina e più di 450 chilogrammi di marijuana, per un giro d’affari stimato intorno ai 3 milioni di euro

Il canale albanese

Uno dei pilastri del sistema è rappresentato dai contatti con soggetti albanesi, individuati dagli inquirenti come fornitori strategici di cocaina. Il canale albanese entra in scena come evoluzione dell’approvvigionamento: non un ripiego, ma una scelta funzionale a garantire qualità della sostanza e continuità. I rapporti non sono diretti e scomposti, ma mediati da intermediari e broker affidabili, già inseriti nel traffico. La cocaina arriva attraverso una filiera collaudata, mentre la marijuana prodotta in Sardegna viene utilizzata anche come strumento di compensazione economica, riducendo la necessità di grandi flussi di denaro contante.


I rapporti con Napoli

Accanto all’estero, l’ordinanza descrive rapporti consolidati con ambienti campani, in particolare napoletani. Napoli non è solo un punto sulla mappa, ma un territorio di raccordo criminale: qui si intrecciano mediazioni, si definiscono condizioni economiche, si organizzano trasporti. Il 15.02.2020, Luciano Corraine fa sapere a Salvatore Sotgiu che sono in arrivo 10kg di cocaina da Napoli. Allo stesso Corraine, un intermediario fa sapere che il fornitore di cocaina era legato alla camorra e dunque gli avrebbe potuto assicurare un approvvigionamento continuo di droga. Ma gli affari dell’organizzazione erano sempre in crescita, e per allargare ancora di più il giro, in una chat tra Corraine e Sotgiu emerge la possibilità di la marijuana sarda verso la Campania. 

La Calabria

La Calabria rappresenta invece uno degli snodi storici di alcuni componenti dell’organizzazione. I rapporti con soggetti calabresi, riconducibili a contesti criminali già rodati nel narcotraffico, vengono descritti dai sodali come stabili e affidabili, soprattutto per l’approvvigionamento di cocaina. Anche quando il sistema si diversifica, aprendosi ad altri canali come quello albanese, il legame con la ‘ndrangheta non scompare mai del tutto, restando un riferimento costante. Secondo il Gip l’organizzazione avrebbe importato in Sardegna grossi carichi di cocaina dalla Calabria, attraverso l’intermediazione di due cittadini di San Luca (identificati proprio come Milan e Berlino), ma anche dai paesi bassi con l’ausilio di cittadini albanesi, e da altre zone con dei broker napoletani. Sia Raffaele Nonne che un altro degli arrestati (Luciano Vacca), negli scorsi anni erano rimasti coinvolti in indagini che avevano certificato i loro rapporti con le famiglie ‘ndranghetiste di San Luca.

Il ruolo del sindaco: Antonio Fadda

È in questo contesto che si colloca la figura di Antonio Fadda, caporale maggiore dell’Esercito e sindaco di Esporlatu. Per il Gip, Fadda non è un soggetto occasionale né un comprimario. Viene indicato come terminale operativo dello smercio nell’area sassarese, inserito stabilmente nel meccanismo dell’organizzazione. Il suo compito, secondo l’ordinanza, è quello di gestire la fase finale della distribuzione: ricevere la sostanza, curarne la cessione, mantenere i contatti con i fornitori e con gli altri membri del sodalizio. Accanto a lui la compagna Sonia Carta, indicata come partecipe consapevole delle dinamiche criminali.

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