La Nuova Sardegna

Olbia

Prova d’esame “personalizzata”

di Giuseppe Pulina
Prova d’esame “personalizzata”

Maturità, i candidati delle Industriali indossano una mascherina che li distingue dalle altre scuole

18 giugno 2020
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TEMPIO. Non sarà forse un esame da incorniciare, ma da ricordare assolutamente sì. E anche se lo si volesse dimenticare, sarebbe difficile rimuoverlo dai ricordi personali. Così, molto saggiamente, gli studenti delle Industriali di Tempio hanno deciso di renderlo a loro modo memorabile. Per l’occasione hanno tutti indossato delle mascherine personalizzate, commissionate alla tipografia Grafiche Essegi di Perfugas, che potesse distinguerli dai loro colleghi di altre scuole. Hanno ottenuto anche il sostegno dei loro insegnanti che alle mascherine d’ordinanza (quelle che ogni scuola ha ricevuto in gran quantità) hanno preferito quelle dei loro studenti. Un modo, simpatico e irrituale, di essere ancor più vicini ai loro alunni in un momento reso ancor più speciale dalle circostanze. Perché l'esame di Stato rimane pur sempre un rito e, come hanno confermato molti dei ragazzi che ieri lo hanno sostenuto, ha sempre il potere di non far dormire sonni tranquilli alla vigilia. In Gallura sono 1011 gli studenti, che per poco più della metà di Olbia, da ieri hanno iniziato un po’ alla volta a sostenere l’esame di Stato. Un esame da fare tutto d’un fiato, perché l’emergenza covid ha persuaso i vertici della scuola italiana a ridisegnarne, almeno per quest’anno, la classica struttura. Solo un colloquio, quindi, e nessuna prova scritta, con turni giornalieri che oscilleranno dai quattro ai cinque candidati.

Tempi strettamente contingentati perché tra un colloquio e l’altro devono essere eseguite tutte le procedure imposte dal protocollo nazionale, tra le quali la sanificazione dell’ambiente al termine della prova. Il protocollo richiede anche che non venga introdotto nelle aule, o dove si tiene l’esame, nessun tipo di materiale. Al limite, gli studenti faranno uso di quello che gli forniranno i loro insegnanti o, seguendo una procedura più lineare, utilizzeranno il materiale in formato digitale che avranno avuto cura di consegnare alla commissione. L’esame nel tempo del covid significa anche dover rinunciare al rito del saluto finale. Nessuna pacca sulle spalle, allora, e nemmeno la classica stretta di mano tra commissari e studente alla fine del colloquio, sempre che non si usino i guanti. Altro modo per accorciare le distanze e abbozzare un lieve contatto fisico non è ammesso. A mancare allo studente sotto esame è anche l’apporto di parenti e amici. Il protocollo consente, al massimo, di essere accompagnati da una sola persona. Nessuno ha rinunciato all’accompagnamento e quasi tutti gli studenti hanno, a quanto pare, preferito la presenza di amici (possibilmente compagni di classe) ad altri conoscenti. L’ingresso di ogni scuola è attentamente sorvegliato dal personale non docente e la sensazione per chi oltrepassa la soglia è simile a quella di chi si trova in un triage: si compilano e firmano autocertificazioni, ci si sottopone alla misurazione della temperatura, s’indossa la mascherina che viene consegnata nella sala d’attesa e, dopo avere ottenuto l’autorizzazione, si può finalmente raggiungere l’aula, badando però a non invadere corsie e seguire il percorso tracciato. Sembrerà poco, ma per gli studenti che sono rientrati a scuola dopo più di tre mesi di didattica a distanza, questo esame sembra avere, comunque, dei lati positivi. Ne è convinto Niccolò Musselli, studente delle Industriali di Tempio: «Sono contento - dichiara come se, al termine del colloquio, si fosse tolto un gran peso - di essere riuscito a fare l’esame in presenza e sono contento che si sia svolto in maniera regolare, dandoci la possibilità di esprimerci e dare il massimo».

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