La Nuova Sardegna

Olbia

Abusi edilizi a casa del sindaco Nizzi, la Procura di Tempio non molla

Marco Bittau
Abusi edilizi a casa del sindaco Nizzi, la Procura di Tempio non molla

La Cassazione annulla il dissequestro e chiede approfondimenti al tribunale. Sotto accusa una licenza scaduta, il colore della piscina e una cantina-cucina

30 giugno 2020
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OLBIA. Non è per nulla chiusa la partita dei presunti abusi edilizi nella nuova casa del sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, costruita a Terrata, con vista sul mare di di Golfo Aranci. A Roma la Cassazione ha annullato l’ordinanza di dissequestro dell’abitazione e ha restituito le carte al tribunale per un ulteriore approfondimento sulla vicenda. È indubbiamente un punto a favore della Procura di Tempio (l’indagine è stata condotta personalmente dal procuratore Gregorio Capasso), ma tutto è ancora da decidere. Prudenti i difensori del sindaco Nizzi, gli avvocati Leonardo Salvemini e Sergio Deiana: «Aspettiamo le motivazioni della pronuncia per poter esprimere una valutazione. Certo è che persino la Procura generale in Cassazione lo scorso 8 giugno aveva chiesto il rigetto del ricorso».

La vicenda, ricca di colpi di scena e ribaltamenti di fronte, era iniziata il 22 ottobre scorso con il sequestro della villa richiesto dal procuratore Gregorio Capasso e disposto dal gip del tribunale di Tempio, Caterina Interlandi. La Procura aveva contestato al sindaco di aver costruito con una concessione scaduta, di averlo fatto in una lottizzazione sottoposta a vincolo idrogeologico, di aver cambiato la destinazione d’uso del seminterrato, trasformato in appartamento, e di non aver rispettato le prescrizioni per i colori della piscina. Successivamente, il 4 novembre il Tribunale del riesame, accogliendo le richieste degli avvocati difensori, aveva dissequestrato parzialmente la villa, confermando i sigilli solo per la cantina. Che, stando alle accuse della Procura, confermate anche dal Riesame, sarebbe stata trasformata in un locale abitabile con cucina e bagno. Contro il dissequestro la Procura di Tempio aveva presentato ricorso in Cassazione sostenendo che le motivazioni del provvedimento del Tribunale del riesame erano illogiche e non adeguatamente argomentate, soprattutto per quanto riguarda la contestazione sull’inizio dei lavori. Il concetto di “inizio lavori” è inteso in maniera diversa dal Riesame: per stabilire che i lavori sono cominciati entro i termini, per la Procura, occorrono opere importanti e visibili. La difesa, invece, ha sempre sostenuto che è sufficiente aver fatto scavi e sistemato paletti e mezzi nel cantiere. Nel frattempo, lo scorso aprile, il Tar aveva sospeso l’ordinanza del Comune di Golfo Aranci che disponeva la demolizione della cantina sotto accusa che, secondo l’accusa, era diventata una cucina attrezzata. Il tribunale amministrativo, sulla base di un giudizio “a cognizione sommaria”, aveva accolto l’istanza cautelare sospendendo l’ordinanza. L’udienza per il proseguo nel merito della causa si svolgerà l’anno prossimo. Tutto lasciava supporre una conclusione della vicenda in modo positivo per il sindaco di Olbia, invece arriva adesso da Roma la pronuncia della Cassazione che rimette tutto in discussione. L’iter giudiziario ripartirà ora dall’ulteriore approfondimento che effettuerà il tribunale che già aveva ordinato il dissequestro della villa, con esclusione della cantina diventata cucina.

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