La Nuova Sardegna

Olbia

Ragnedda lancia l’allarme: «Sarà un autunno difficile»

Ragnedda lancia l’allarme: «Sarà un autunno difficile»

Il sindaco di Arzachena non nasconde le difficoltà legate al post Coronavirus «Conseguenze della campagna denigratoria di alcuni mass media nazionali»

04 settembre 2020
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ARZACHENA. Il sindaco Roberto Ragnedda usa i numeri e i fatti concreti per smontare la campagna denigratoria nei confronti della Costa Smeralda. Non è un focolaio e non lo è mai stato. È invece vero che quell’immagine distorta del territorio ha distrutto l’ultima parte della stagione, tra l’altro cominciata tardi. «È il momento di mettere fine alle affermazioni e ai titoli diffamatori e scandalistici sulla Costa Smeralda, su Arzachena e sulla Sardegna additate come focolaio d’Italia e, addirittura, come una maledizione per la diffusione del contagio da Covid-19 – afferma il sindaco Roberto Ragnedda –. Oggi il mio territorio paga un conto salato per quanto avvenuto in alcuni noti locali notturni e per le notizie distorte divulgate a tal proposito da alcune testate nazionali. Registriamo l’annullamento di eventi internazionali, disdette negli alberghi, chiusure anticipate di bar e ristoranti con conseguenti licenziamenti. Molti arzachenesi e sardi non raggiungeranno i requisiti minimi per assicurarsi la disoccupazione nei prossimi mesi. Ci prepariamo a un autunno pesante per l’economia locale». Ragnedda è arrabbiato. «Chi si accollerà questi oneri? Chi sosterrà i miei cittadini dal 15 settembre, quando gli incassi dimezzati e il calo dell’occupazione daranno il colpo di grazia? Le campagne mediatiche denigratorie danneggiano l’immagine della destinazione e amplificano ingiustamente gli effetti negativi sul comparto turistico locale. Da vittime siamo divenuti carnefici, secondo quanto è stato raccontato». Poi passa ai numeri. «In 130 strutture ricettive, 2 mila seconde case e centinaia tra ristoranti, bar e locali vari presenti nel territorio non si sono verificati casi di positività e che la Sardegna ha aperto i suoi confini a fine giugno come regione Covid-free. Laddove sono state rispettate le misure a contrasto della diffusione del virus, sia da parte degli imprenditori che da parte dei clienti, non si sono verificati contagi. Qualcuno dovrà farsi un esame di coscienza per aver trasgredito nelle autocertificazioni per l’ingresso nell’Isola o per la leggerezza nei comportamenti. Arzachena è una destinazione sicura, settembre è un mese straordinario per vivere il mare, godere delle bellezze naturalistiche e del patrimonio storico che offre. Il fatto che almeno 80 mila persone al giorno ad agosto l’abbiano scelta lo dimostra. Chi non ha rispettato le regole dovrebbe pagare per la condizione in cui ci troviamo oggi».

Durante il periodo del lockdown ad Arzachena si era registrato un unico caso di contagio da Coronavirus che è stato ricoverato per 4 mesi e mezzo all’ospedale di Sassari. (w.b.)

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