La Nuova Sardegna

Olbia

Nizzi replica: "Violenza su una donna? Prima di farlo mi taglierei la testa"

Settimo Nizzi durante la conferenza stampa di oggi 18 settembre
Settimo Nizzi durante la conferenza stampa di oggi 18 settembre

Il sindaco in conferenza stampa si difende dall'accusa della Palermo: "Non si può per ottenere qualcosa accusare un uomo dell'azione più infamante"

18 settembre 2020
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OLBIA. «È l'accusa peggiore che possa essere rivolta a un uomo, è il delitto più intollerabile, peggio di un omicidio, piuttosto che commettere un atto del genere mi decapiterei». Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, respinge al mittente le accuse di violenza sessuale rivoltegli dalla dirigente del settore Sport, cultura e spettacolo del Comune di Olbia, Gabriella Palermo, che ha reso pubblica oggi sui social e tramite una mail inviata agli organi di stampa la denuncia presentata alla Procura di Tempio lo scorso 20 aprile.

Un atto che arriva dopo quattro denunce per mobbing presentate in pochi mesi, alle quali Nizzi ha sempre replicato rivolgendosi alle forze dell'ordine e allegando agli atti messaggi, whatsapp e altre comunicazioni ricevute dalla dirigente. A rivelarlo è stato il sindaco nel corso di una conferenza stampa convocata stasera 18 settembre nella sala giunta del palazzo comunale. «Mi ha scritto tra l'altro 'metti a cuccia chi sai tu, altrimenti mi preparo alla guerra', invitandomi a intervenire per bloccare il procedimento avviato dalla struttura amministrativa nei suoi confronti per inadempienze, ma io non mi sono prestato ai suoi ricatti», è la versione di Nizzi.

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«Un'altra volta ha fatto riferimento a 'uno sculaccione non richiesto', e davanti a quelle parole mi sono limitato a informare i carabinieri e prendere le distanze», specifica il sindaco. «Non ho mai fatto niente nei suoi confronti, in tutto questo tempo l'ho ricevuta da sola un'unica volta, invitandola a cercare di essere più collaborativa nei confronti dei colleghi - prosegue - e lei aveva ammesso di essersi effettivamente accorta di avere sbagliato».

Il sindaco è visibilmente provato dalla vicenda, epilogo di uno scontro che si protrae dal 2020, quando Gabriella Palermo, allora dirigente responsabile dei Lavori pubblici, era stata licenziata e poi reintegrata dal giudice del lavoro, con tanto di risarcimento di 850mila euro.

«Ora è necessario salvaguardare l'onore del sottoscritto, questo è un fatto che rischia di danneggiare ed estromettermi dall'agone politico - afferma - ho piena fiducia nella magistratura, sono sicuro che farà tutte le verifiche del caso e vedremo. Non si può cercare di ottenere qualcosa accusando una persona con il reato peggiore di cui un uomo possa essere accusato, una donna non si può fare scudo di una menzogna così grande per colpire chi ricopre funzioni di amministratore pubblico che opera nell'interesse della comunità perché non si è piegato alla sua volontà», conclude il sindaco di Olbia. (ANSA).

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