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Olbia

Ambrosio: «Così sarà il tracollo»

Ambrosio: «Così sarà il tracollo»

Si allarga il fronte del no al Dpcm Conte: il presidente di Confcommercio boccia la chiusura alle 18

29 ottobre 2020
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OLBIA. Il malessere covava già sotto la cenere e dopo i primi tre giorni di chiusura forzata alle 18, per bar e ristoranti, a Olbia adesso monta la protesta. Prima il sindaco Settimo Nizzi, poi il presidente di Confcommercio Pasquale Ambrosio, tutti e due in pressing sul governatore Christian Solinas per allentare la morsa del Dpcm e firmare quell’ordinanza di cui si parla ormai da giorni. «A rischio - dicono – c’è il tessuto economico della città». Domenica, intanto, è annunciata una manifestazione di protesta contro le chiusure anticipate di bar e ristoranti. Il tam-tam corre sui social e su locandine affisse in città: l’appuntamento è alle 10 al Molo Brin, davanti al centro storico. Dovrebbe trattarsi di una manifestazione spontanea, sull’onda di analoghe iniziative già svolte altrove in Italia.

«Ha ragione il sindaco Nizzi e sosteniamo la sua posizione – dice Pasquale Ambrosio – la posta in gioco è altissima e così si rischia davvero di far saltare l’economia cittadina. Le attività produttive e i pubblici esercizi, infatti, hanno subito già un duro colpo con il lungo lockdown di primavera, una nuova chiusura adesso è la pietra tombale. Bar e ristoranti erano già allo stremo quando hanno riaperto in primavera, adesso quanto potranno resistere così? Dieci o quindici giorni, poi molti chiuderanno perché, come dice il sindaco, lavorare sino alle 18 è un lusso che non possiamo permetterci».

«Inoltre – aggiunge il presidente di Confcommercio – non si tiene conto dell’intera filiera commerciale: se chiudono bar e ristoranti nessuno uscirà più di casa la sera e anche i negozi subiranno un danno gravissimo. Lo vediamo già oggi, dopo appena tre giorni di chiusure anticipate, Olbia è deserta già dal pomeriggio. La sera addirittura spettrale se si considera che questa città vive una stagionalità marcata e che in autunno e inverno commercianti, ristoratori e baristi fanno i conti con una platea di clienti molto ridotta rispetto all’estate».

Anche per il presidente di Confcommercio, così come per il sindaco, l’allentamento delle restrizioni si traduce in una revisione dell’orario delle chiusure anticipate. «Alle 23 sarebbe un orario accettabile, che tiene conto della situazione allarmante dei contagi ma anche dell’esigenza di salvaguardare l’economia. Per le attività commerciali sarebbe una situazione ancora gestibile, diversamente qui rischia di saltare tutto».

Pasquale Ambrosio interpreta sicuramente la preoccupazione della stragrande maggioranza dei commercianti e dei ristoratori. «Ma la mia posizione – precisa – è assolutamente rispettosa della grave emergenza sanitaria che sta vivendo il Paese. Da parte nostra ci deve essere e infatti c’è un’attenzione primaria alla salute. Ma ci dobbiamo occupare anche della salute delle attività commerciali e dell’economia cittadina in genere. Rispettiamo le regole, anche severe, lo abbiamo fatto sinora e dobbiamo continuare a farlo, ma non possiamo pensare di smettere di lavorare. Nei ristoranti e nei bar si osservano puntualmente le distanze, le limitazioni e le disposizioni di prevenzione per quanto riguarda posti a sedere, mascherine e igiene. Si deve fare tutto bene ma si deve anche poter lavorare altrimenti tanti sforzi e sacrifici non avrebbero più alcun senso». (m.b.)

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