Il presepe senza età di zio Teuccio
di Sebastiano Depperu
Aglientu, un rito che porta avanti da 80 anni: «È sempre una grande emozione»
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AGLIENTU. Passione, fede e tenacia sono le parole chiave che hanno accompagnato zio Teuccio Cassoni di Aglientu che fa il presepe da 80 anni. Per il paese, non è Natale senza il suo presepe. A volte veniva esposto in qualche particolare manifestazione, altre fatto in casa ma oggetto di visite. Anche quest'anno, vista la pandemia da Covid-19, il presepe del 98enne aglientese sarà a casa, sostenuto come sempre dalla Pro loco del paese guidata da Quinto Zizi. Zio Teuccio realizza il presepe con tanta cura e tanto amore da quando era piccolo. Forse era uno dei passatempi più sentiti dell'epoca.
Ma il suo è sempre un lavoro certosino che vede realizzare le casette dei pastori, sistemare le statuine in modo particolare da una vita, in un gesto naturale e tanto atteso. Un gesto che scandisce la vita di zio Teuccio. Il simbolo del NataLe, a casa Cassoni, non mancava e zio Teuccio lo realizza dagli anni quaranta del secolo scorso. «L'ho sempre fatto - dice l'anziano - l'ho sempre avuto a casa. Realizzo il presepe da quando avevo circa vent'anni. Potrei rinunciare a tante cose ma non al mio presepe. Per me è molto importante. Fa sicuramente parte di me».
Per lui è una tradizione che non ha mai abbandonato neppure durante gli anni bui e difficili della guerra. «Il presepio - sostiene sempre zio Teuccio Cassoni - non ha età, riunisce la famiglia, nonni e nipoti, e non conosce limiti, oltrepassa le barriere politiche e di religione; invita a stare insieme le popolazioni dei diversi continenti e, nel miracolo della nascita, rinnova il messaggio di speranza». La manualità non manca, nonostante l'età e la voglia di sistemare il muschio, le pietre e il sughero arriva puntuale ogni anno.
«Mi piace dare forma alle casette di sughero dei pastori - racconta ancora - questo rito lo ripeto ogni anno con una certa preparazione. Sistemo tutto e do a tutte le cose una loro collocazione. Riesco a sentire una bella sensazione, ogni volta, che vedo che tutto è pronto ed è finito anche nei suoi minimi dettagli». Preparare il presepe, nella famiglia Cassoni, come in molte del mondo, è diventato anche un rito di famiglia: anche i figli lo aiutano sempre, tutti partecipano.
Ma il suo è sempre un lavoro certosino che vede realizzare le casette dei pastori, sistemare le statuine in modo particolare da una vita, in un gesto naturale e tanto atteso. Un gesto che scandisce la vita di zio Teuccio. Il simbolo del NataLe, a casa Cassoni, non mancava e zio Teuccio lo realizza dagli anni quaranta del secolo scorso. «L'ho sempre fatto - dice l'anziano - l'ho sempre avuto a casa. Realizzo il presepe da quando avevo circa vent'anni. Potrei rinunciare a tante cose ma non al mio presepe. Per me è molto importante. Fa sicuramente parte di me».
Per lui è una tradizione che non ha mai abbandonato neppure durante gli anni bui e difficili della guerra. «Il presepio - sostiene sempre zio Teuccio Cassoni - non ha età, riunisce la famiglia, nonni e nipoti, e non conosce limiti, oltrepassa le barriere politiche e di religione; invita a stare insieme le popolazioni dei diversi continenti e, nel miracolo della nascita, rinnova il messaggio di speranza». La manualità non manca, nonostante l'età e la voglia di sistemare il muschio, le pietre e il sughero arriva puntuale ogni anno.
«Mi piace dare forma alle casette di sughero dei pastori - racconta ancora - questo rito lo ripeto ogni anno con una certa preparazione. Sistemo tutto e do a tutte le cose una loro collocazione. Riesco a sentire una bella sensazione, ogni volta, che vedo che tutto è pronto ed è finito anche nei suoi minimi dettagli». Preparare il presepe, nella famiglia Cassoni, come in molte del mondo, è diventato anche un rito di famiglia: anche i figli lo aiutano sempre, tutti partecipano.
