La Nuova Sardegna

Olbia

Grendi investe a Cocciani rinasce il porto industriale

di Giandomenico Mele
Grendi investe a Cocciani rinasce il porto industriale

La svolta dopo l’abbandono di Golfo Aranci, il primo cargo arriverà a febbraio L’amministratore Antonio Musso: «Vogliamo restare qui il più a lungo possibile»

28 gennaio 2021
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OLBiA. La rotta della Grendi è tracciata: il molo Cocciani del porto industriale di Olbia sostituirà la banchina di Golfo Aranci. Un cambio in corsa suggerito dall’Autorità portuale e condiviso dalla compagnia. Olbia sarebbe comunque stata la scelta finale di Grendi, una volta che i volumi di traffico del collegamento tra Marina di Carrara e Cagliari avessero richiesto non più solo un accosto, ma una nave dedicata. Si tratta solo di un’accelerazione a un programma già previsto. «Olbia rispetto a Golfo Aranci è più interessante sul lungo periodo, abbiamo presentato una seconda domanda, l’autorizzazione allo svolgimento delle operazioni portuali per noi è legata alla concessione demaniale marittima al molo Cocciani – spiega Antonio Musso, amministratore delegato del Gruppo Grendi -. Per noi è una condizione imprescindibile per operare. Il presidente Deiana ha lavorato bene con il cluster portuale, lo dimostra il fatto che il nostro sbarco a Olbia questa volta è stato approvato all’unanimità».

Molo Cocciani. La banchina di Cocciani non avrebbe consentito l’approdo della Grendi, considerando il numero cospicuo di navi merci che ormeggiano ogni giorno. Sarebbe stato quindi impossibile assegnare una concessione demaniale in via esclusiva alla compagnia genovese. La concessione demaniale sarà per l’utilizzo di spazi portuali non banchinali, inizialmente per quattro anni. L’accordo prevede la realizzazione e la gestione di opere funzionali alle iniziative portuali: la società Grendi ha presentato un piano operativo con investimenti consistenti per l’acquisto di macchinari, mezzi meccanici e per l’infrastrutturazione dei piazzali, nonché il ricorso a personale specializzato da adibire alle operazioni di movimentazione di rotabili e container. «Si tratta di un’area dietro la banchina, ora inutilizzata, di 10 mila metri quadrati. Provvederemo alla pavimentazione, all’illuminazione, alla recinzione e alla realizzazione un gate, con un piccolo terminal – conferma Musso -. La nostra nave sbarcherà in banchina ma poi si trasferirà nell’area retrostante, una soluzione meno impattante sugli equilibri del porto e per gli altri operatori locali».

I numeri. La nave Grendi da metà febbraio attraccherà tre volte la settimana a Olbia. Nel 2020 Grendi ha incrementato il traffico tra Carrara e la Sardegna di oltre il 17%, per un totale di 303.515 metri lineari. Gli armatori hanno ribadito la centralità dell’isolanelle strategie di sviluppo del Gruppo, che punterà da subito su una nave con maggiore capacità di carico e potenza e sull’aumento della frequenza dei collegamenti. «Se i volumi dovessero aumentare punteremmo su una nave dedicata e su più partenze – spiega l’ad di Grendi –. Ora procediamo come convenuto con l’Authority per una concessione di 4 anni. Vogliamo iniziare entro la seconda settimana di febbraio. La nostra aspirazione è rimanere ad Olbia il più a lungo possibile».

La rivoluzione. L’approdo di Grendi a Cocciani può essere il primo passo per una rivoluzione nel porto che potrebbe coinvolgere anche l’Isola Bianca, sempre più dedicato al traffico commerciale e alle crociere. «La direzione è quella, gli spazi di Cocciani si prestano allo sviluppo del traffico merci – sottolinea Musso –. Vanno risolti dei problemi: dal pescaggio alla presenza di soli due accosti. L’area portuale nel piazzale retrostante ha una sua potenzialità, va ingrandita e necessita di interventi infrastrutturali. Noi abbiamo scelto di puntare su quest’area perché vogliamo farla crescere».

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