Guerra sulla proroga: i balneari in Procura contro il dirigente di Olbia
Serena Lullia
Isoni e Maurelli ammoniscono altri cinque comuni. Il legale di Molinari ribatte: «Fanno pressione con l’azione penale»
30 gennaio 2021
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OLBIA. La guerra degli ombrelloni finisce in Procura. E cambia bersaglio: dal sindaco Settimo Nizzi al dirigente all’Urbanistica, Davide Molinari. Federbalneari Sardegna ha presentato una denuncia-querela contro il funzionario comunale. Molinari, come i colleghi di Arzachena, Loiri Porto San Paolo, Posada, Cagliari e Quartu, ha firmato l’estensione delle concessioni balneari per un anno. Una proroga tecnica, condivisa anche politicamente da Nizzi, in attesa che si faccia chiarezza sulla regolarità del rinnovo automatico per 15 anni stabilito dal Governo. Il legale di Molinari annuncia una controquerela e condanna l’uso dell’azione penale per fare pressione sul dirigente.
L’associazione di categoria dei balneari, forte di una determina regionale e di una delibera della giunta Solinas, ha sempre chiesto il rinnovo automatico delle licenze al 2034. Sei comuni sardi lo hanno negato perché lo considerano illegittimo e contrario alla direttiva europea Bolkestein sovraordinata. Un braccio di ferro durissimo che adesso si sposta dal piano amministrativo a quello penale. Federbalneari non ha impugnato il provvedimento di proroga tecnica davanti al Tar chiedendone la sospensione e la revoca. Ha invece denunciato il dirigente alla Procura di Tempio. E minaccia di estendere la querela anche agli altri funzionari non allineati. «La via penale è la più diretta, perché non passa dalle vie ordinarie del settore amministrativo e dato che Federbalneari Sardegna è garantista ma di parola, auspichiamo nel frattempo una seria riflessione da parte dei dirigenti degli altri comuni», è scritto in una nota ufficiale di Federbalneari firmata dal presidente Mario Isoni e dal segretario Claudio Maurelli. Parole pesanti e dai toni poco concilianti alle quali risponde l’avvocato di Molinari, Jacopo Merlini. «Preso atto del comunicato stampa di Federbalneari Sardegna si evidenzia l’utilizzo consapevole e strumentale dell’azione penale in luogo di quella amministrativa, al non celato scopo di esercitare pressioni sul legittimo operato della pubblica amministrazione che si trova ad applicare la normativa vigente. Questa posizione risulta supportata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, del Consiglio di Stato, della Cassazione e della maggior parte dei tribunali amministrativi regionali, oltre che ribadita dalla recentissima lettera di messa in mora, datata 3 dicembre 2020, con la quale la Commissione europea ha stigmatizzato lo Stato italiano sul rilascio di autorizzazioni relative all'uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi. Per questi motivi ho ricevuto incarico di valutare ogni azione, compresa quella penale, a tutela del dirigente Molinari».
L’associazione di categoria dei balneari, forte di una determina regionale e di una delibera della giunta Solinas, ha sempre chiesto il rinnovo automatico delle licenze al 2034. Sei comuni sardi lo hanno negato perché lo considerano illegittimo e contrario alla direttiva europea Bolkestein sovraordinata. Un braccio di ferro durissimo che adesso si sposta dal piano amministrativo a quello penale. Federbalneari non ha impugnato il provvedimento di proroga tecnica davanti al Tar chiedendone la sospensione e la revoca. Ha invece denunciato il dirigente alla Procura di Tempio. E minaccia di estendere la querela anche agli altri funzionari non allineati. «La via penale è la più diretta, perché non passa dalle vie ordinarie del settore amministrativo e dato che Federbalneari Sardegna è garantista ma di parola, auspichiamo nel frattempo una seria riflessione da parte dei dirigenti degli altri comuni», è scritto in una nota ufficiale di Federbalneari firmata dal presidente Mario Isoni e dal segretario Claudio Maurelli. Parole pesanti e dai toni poco concilianti alle quali risponde l’avvocato di Molinari, Jacopo Merlini. «Preso atto del comunicato stampa di Federbalneari Sardegna si evidenzia l’utilizzo consapevole e strumentale dell’azione penale in luogo di quella amministrativa, al non celato scopo di esercitare pressioni sul legittimo operato della pubblica amministrazione che si trova ad applicare la normativa vigente. Questa posizione risulta supportata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia europea, del Consiglio di Stato, della Cassazione e della maggior parte dei tribunali amministrativi regionali, oltre che ribadita dalla recentissima lettera di messa in mora, datata 3 dicembre 2020, con la quale la Commissione europea ha stigmatizzato lo Stato italiano sul rilascio di autorizzazioni relative all'uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi. Per questi motivi ho ricevuto incarico di valutare ogni azione, compresa quella penale, a tutela del dirigente Molinari».