La Nuova Sardegna

Olbia

La Maddalena, il Parco studia la chiusura di Porto Madonna e delle spiagge a rischio

La Maddalena, il Parco studia la chiusura di Porto Madonna e delle spiagge a rischio

Il consiglio direttivo mette in agenda la discussione anche del piano dell'ente congelato nel 2016

01 febbraio 2021
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LA MADDALENA. Chiusura del Porto Madonna alle imbarcazioni, contingentamento dei numeri dei bagnanti su alcune spiagge a rischio e Piano del Parco. Sono questi i tre obiettivi che si è dato il consiglio direttivo dell’ente guidato dal presidente Fabrizio Fonnesu.

La riduzione del traffico delle imbarcazioni nelle “piscine” di Porto Madonna, dove le ancore rischiano di arare il fondale, era stata già annunciata da Fonnesu lo scorso anno ma mai attuata, come anche il taglio delle presenze sui litorali a maggior rischio erosione. «Se ne parlerà in modo approfondito nei prossimi mesi e si studierà come intervenire», è stato detto nel corso dell'ultimo consiglio direttivo.

Il punto sarà inserito nel prossimo ordine del giorno, come anche la richiesta di uno dei consiglieri del direttivo di costituire un Comitato scientifico ad hoc. Torna alla ribalta anche il Piano del Parco, ossia lo strumento di pianificazione che l’ente non ha mai adottato in 25 anni.

L’ultimo a tentare di portare a casa questo risultato era stato il presidente Giuseppe Bonanno nel 2016, ma la divergenza di vedute con i consiglieri impedì l’approvazione. Da allora non se ne è più sentito parlare, tranne che nell’ultima riunione del consiglio direttivo.

La storia del Piano del Parco è lunga e tempestosa. Redatto dallo Studio Silva per 260mila euro, Bonanno e i tecnici dell’ente fanno una serie di osservazioni al progetto dei tecnici, per renderlo più coerente con la fruizione di alcuni luoghi dell’arcipelago alla comunità. Gli appunti fatti da Bonanno portano a una collisione con lo Studio Silva e non solo.

Scoppia il caso sul livello di protezione di Budelli con Bonanno e la maggioranza del direttivo su posizioni opposte: il presidente a favore di vincoli più serrati a protezione del patrimonio ambientale e marino, i consiglieri per una protezione garantita ma con meno vincoli alla fruizione.

Bonanno si dimette, il Piano del Parco non viene approvato dal direttivo e l’ente qualche mese dopo viene commissariato. Con il commissario Leonardo Deri, nominato dal ministero dell’Ambiente, l’iter della pianificazione ricomincia per realizzare un Piano condiviso con l'amministrazione Montella, ma il documento finale non vede mai la luce.

Nel febbraio 2018 Fabrizio Fonnesu viene nominato presidente e il Piano del Parco resta in un cassetto fino all’ultimo consiglio direttivo. L’idea è quella di fare delle modifiche al progetto ereditato, ma per farlo servirà reperire nuove risorse per dare l'incarico ai tecnici.
 

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