La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, nel Puc le ville sui terreni agricoli restano fuori dai Piani di risanamento

di Serena Lullia
Il presidente della commissione Urbanistica Bastianino Monni e una veduta dal mare di Pittulongu
Il presidente della commissione Urbanistica Bastianino Monni e una veduta dal mare di Pittulongu

La commissione Urbanistica boccia le osservazioni per inserire “Pittulongu alta” nel Pru. Il diniego a urbanizzare le case di campagna viene esteso all’intero territorio

31 gennaio 2021
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OLBIA. Le ville venute su in zona agricola in regime di anarchia restano fuori dai piani di risanamento. Le prime osservazioni al Puc arrivate dalla zona alta di Pittulongu disegnano la linea Maginot della pianificazione del futuro. E fanno scuola per gli altri piani di risanamento del territorio (Pru). Dalle vie dei Santi a Santa Mariedda a Sa Istrana a zona Bandinu alta. 14 in tutto i progetti adottati dal Comune nel corso degli anni per riportare in un regime di legalità aree nate e cresciute senza regole.

La commissione Urbanistica ha esaminato le prime 45 richieste di modifica al Puc sul totale di 758. Bocciate le prime 15 arrivate da “Pittulongu alta” con cui i privati chiedevano il pass per far entrare nel Pru le loro case arrampicate sulla collina. Il futuro di quelle abitazioni è e resta in zona agricola, senza i servizi tipici delle aree urbane: fogna, illuminazione pubblica, reti idriche.

Duplice la motivazione alla base del rigetto delle osservazioni, come spiega il presidente della commissione Urbanistica, Bastianino Monni. «Prima di tutto perché i confini del piano di risanamento non possono essere modificati dal Comune – chiarisce l’esponente della maggioranza –. La loro estensione è stabilita dalla Regione sulla base di parametri nazionali. E questa è la motivazione squisitamente tecnica. Poi c’è da dire che tutte quelle ville, con vista su Pittulongu nel caso specifico, sono nate in zona agricola dopo che il Pru era già stato adottato. E su quei terreni i proprietari non hanno mai pagato oneri di urbanizzazione». Monni chiarisce poi che questo principio verrà esteso a tutte le aree in prossimità dei piani di risanamento «che fanno da cuscino tra le zone agricole e il tessuto urbano».

A tracciare la linea in modo netto su questo tema era stato il sindaco Settimo Nizzi già in fase di presentazione del piano urbanistico. «Nell’agro verranno riconosciute le costruzioni in regola, ma non saranno urbanizzate», aveva detto senza troppi giri di parole.

Lunedì mattina la commissione Urbanistica riaccende i motori. All’esame un pacchetto di 50 osservazioni che riguarda le campagne. In cima alle richieste c’è l’attenuazione dei vincoli su porzioni di terreni classificati nel Puc come H, a tutela integrale, ma in cui vengono svolte attività agricole. «Il vincolo H viene apposto dai tecnici in fase di stesura del piano urbanistico – precisa Monni –. Scaturisce da dati oggettivi legati alla morfologia del terreno, presenza di rocce, pendenze, aree soggette a frana. La volontà di questa amministrazione è tutelare le campagne e allo stesso tempo consentire l’attività agricola».

Motivo per cui alcune osservazioni potranno essere parzialmente accolte con conseguente trasformazione di parti dei terreni, da H a E5, classificazione quest’ultima che consente le colture agricole. «Andiamo avanti su un percorso tracciato che punta a dare alla città regole certe sulla pianificazione – conclude il presidente Monni –. Un lavoro complesso, portato avanti dall’amministrazione in questi 5 anni e i cui frutti speriamo di raccogliere nel nostro prossimo mandato».
 

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