La Nuova Sardegna

Olbia

Liceo musicale, squilli di rivolta a Cala Saccaia

Liceo musicale, squilli di rivolta a Cala Saccaia

Protestano i 70 allievi trasferiti nella zona industriale: spazi ridotti, ricreazione al chiuso, pochi bus

23 febbraio 2021
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OLBIA. Il malessere dell’istituto tecnico Deffenu non è un caso isolato. Anche il liceo musicale suona la protesta. Ieri i ragazzi non sono entrati in classe e i rappresentanti degli studenti hanno fatto sentire la loro voce. Da settembre la scuola si trova in zona industriale, negli spazi del Consorzio industriale Cipnes, in località Cala Saccaia, ma le cose non vanno come vorrebbe chi la frequenta.

Costretti alla migrazione per via delle aule ormai esaurite all’interno della sede principale del liceo artistico Fabrizio De André a Poltu Quadu, i circa settanta ragazzi del corso musicale devono fare i conti con tutte le problematiche del caso: un edificio che non è una vera scuola e le continue difficoltà nel raggiungere una struttura che si trova ben lontano dal centro città.

«Gli spazi interni sono pochi e il prossimo anno non basteranno più – spiega Luca De Matteis, studente rappresentante d’istituto –. Poi c’è la questione del cortile: non c’è una recinzione e, per motivi di sicurezza, non ci possiamo andare. La ricreazione la facciamo quindi in classe, visto che non si può uscire all’aperto e non si può neanche andare nei corridoi per evitare la formazione di assembramenti. Non è una cosa semplice, dopo tante ore passate in classe. Di conseguenza non possiamo neanche fare le lezioni di educazione fisica, perché non abbiamo una palestra e gli spazi all’aperto ci sono preclusi. Forse si riuscirà a trovare una soluzione, ma soltanto con l’autorizzazione scritta dei genitori».

E poi ci sono i trasporti. C’è un solo autobus che passa per Cala Saccaia. L’Aspo, la municipalizzata c he gestisce il servizio urbano, ha cercato di andare incontro alle esigenze della scuola, ma i ragazzi chiedono di fare di più. «Gli orari del bus, che passa poche volte, non sempre coincidono con le nostre esigenze» sottolinea Emanuele Marongiu, ex rappresentante d’istituto del musicale. Un caso, quello di Cala Saccaia, che la dice lunga sulla situazione generale delle scuole superiori in città, da troppi anni alle prese con degli edifici ormai troppi stretti e con nuovi spazi trasformati in fretta e furia in classi dove fare lezione». (d.b.)

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