La Nuova Sardegna

Olbia

Covid a Olbia, 95 positivi di cui 12 con variante inglese, ma nessuna zona rossa

Serena Lullia
Covid a Olbia, 95 positivi di cui 12 con variante inglese, ma nessuna zona rossa

Il sindaco Nizzi: «I casi sono stati isolati immediatamente. In altri comuni numeri tre volte superiori che giustificano le restrizioni»

26 febbraio 2021
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OLBIA. La variante inglese circola anche in città. Sono 95 i positivi al Covid secondo le ultime comunicazioni dell'Ats al Comune. Di questi 12 hanno la variante inglese.

Il punto della situazione lo fa il sindaco Settimo Nizzi in videoconferenza. E chiarisce subito: «Nessuna zona rossa all'orizzonte, né arancione. I bambini e i teen-ager risultati positivi, tutti asintomatici tranne uno, sono stati subito isolati insieme ai loro contatti stretti e sottoposti a tampone - chiarisce il primo cittadino -. Motivo per cui siamo riusciti a contenere la diffusione. Abbiamo poi provveduto a sanificare le classi e i ragazzi sono tornati a scuola. Raccomando comunque prudenza a tutti perchè la variante inglese è molto contagiosa».

Senza entrare poi nel merito delle scelte dei comuni diventati già zona rossa, San Teodoro e La Maddalena, Nizzi spiega il motivo per cui Olbia non ha ricevuto nessuna comunicazione dell'Igiene pubblica di applicare ulteriori restrizioni. «In quei comuni ci sono numeri di contagi da variante inglese tre volte superiori a quelli di Olbia - sottolinea -. Poi ogni sindaco conosce la situazione di casa sua. Per quanto riguarda la nostra città i nostri numeri di contagi da variante inglese sono ben lontani da un'ipotesi di zona rossa e di inasprimento delle restrizioni».

Le parole di Nizzi non devono però essere interpretate come un invito ad abbassare la guardia. Tutt'altro. «Se fosse per me io farei aprire i bar e i ristoranti anche a cena - conclude Nizzi -. Le attività devono poter lavorare ma nel rispetto delle norme. La scorsa settimana la polizia ha chiuso e sanzionato diversi locali. Facciamo attenzione al rispetto delle regole e facciamo in modo di non essere strumenti di contagio facendo assembramenti e non indossando la mascherina».

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