La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, fallimento Geovillage: Il giudice boccia l’unica offerta per la gestione

di Tiziana Simula
Olbia, fallimento Geovillage: Il giudice boccia l’unica offerta per la gestione

Sfuma l’affidamento temporaneo all’imprenditore romano Maugeri. Intanto gli immobili sono in abbandono

17 giugno 2021
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OLBIA. L’unica offerta presentata al tribunale fallimentare, è stata rigettata. E il Geovillage continua a rimanere senza un gestore, senza nessuno che riapra albergo e impianti sportivi, e lo restituisca alla città. Per il maxi complesso creato da Gavino Docche, non è arrivato ancora il momento di ripartire e il suo futuro è appeso a un nuovo bando di gara, dopo la decisione di ieri del tribunale di rigettare l’unica offerta presentata per un affitto transitorio di 18 mesi.

Offerta rigettata. Si era fatto avanti uno specialista nella gestione del settore alberghiero nonché formatore, Giovanni Maugeri, romano. Era sua l’offerta presentata al bando di gara pubblicato dal tribunale, con scadenza il 3 giugno, per un affitto di 18 mesi del Geovillage, una gestione transitoria in attesa del passaggio successivo, quello della vendita a un nuovo imprenditore. Il bando era stato predisposto nell’aprile scorso in sinergia tra i curatori fallimentari, il tribunale e il Cipnes.

Ieri il responso del giudice Cecilia Marino. Che ha rigettato l’offerta per mancanza di requisiti.

Incuria e abbandono. Un nulla di fatto che lascia il Geovillage ancora senza una guida dopo il fallimento dell’ultimo gestore, la Real Effegì di Fabio Docche, figlio di Gavino Docche. Entrambi sono indagati per presunta turbativa d’asta nella vendita del compendio.

Dal 31 dicembre 2020, il complesso immobiliare – sequestrato nell’ambito dell’inchiesta e poi dissequestrato dalla Procura «al fine di consentire la ripresa delle attività sportive e di quelle ricettive e di garantire l'occupazione del personale addetto» – è un “villaggio fantasma” e già in preda all’incuria e all’abbandono. Le erbacce stanno prendendo il sopravvento in ogni angolo, aiuole, piante e spazi verdi si stanno ingiallendo e seccando: da sei mesi, non c’è acqua, l’utenza era stata staccata insieme all’energia elettrica. Da allora, nessuno innaffia più. Non c’è neanche il servizio di guardiania, gli impianti sportivi si stanno ammalorando senza la necessaria manutenzione. Col rischio dietro l’angolo degli incendi e degli atti vandalici. Un imponente patrimonio, un struttura che si è conquistata una fama di eccellenza, punto di riferimento per i big dello sport, che rischia di andare in malora o comunque di perdere il suo valore se non si farà in fretta a trovare un altro gestore o un nuovo acquirente che rilanci il compendio e lo restituisca alla comunità.

L’inchiesta. Gavino Docche e suo figlio Fabio sono accusati di turbativa d’asta per aver ostacolato – questa la contestazione della Procura di Tempio – la regolare vendita all’asta fallimentare del Geovillage con l’obiettivo di riportare il compendio nelle proprie mani, con la complicità del presidente del Cipnes Aldo Carta e del notaio romano Vittorio Occorsio. Le complesse indagini svolte dalla guardia di finanza di Olbia avrebbero «svelato accordi e collusioni finalizzati a turbare l’asta fallimentare del Geovillage per consentire ai soggetti falliti di rientrare in possesso del compendio». Agli inizi di giugno, il tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari ai Docche e respinto l’appello della Procura che chiedeva per Occorsio la sospensione dall’esercizio della professione (è stato confermato quanto disposto dal gip di Tempio, ovvero nessuna misura). È fissato per il 22 giugno l’appello contro la sospensione per un anno disposta dal gip nei confronti del presidente del Cipnes, Aldo Carta.

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