La Nuova Sardegna

Olbia

Scontro tra navi, ma è solo un’esercitazione

Scontro tra navi, ma è solo un’esercitazione

La simulazione, con l’intervento di tutti gli enti e i comandi, è stata coordinata dalla guardia costiera

19 novembre 2021
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OLBIA. Si chiama “Seasubsarex Pollex Olbia” 2021 ed è un’esercitazione complessa di soccorso e antinquinamento. Un evento che si ripete periodicamente e che si è svolto anche ieri mattina sotto il coordinamento della sala operativa della guardia costiera.

È stato simulato un incidente nel quale sono rimaste coinvolte due navi da diporto all’interno dell’Area Marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo, con successivo incendio a bordo di una delle due imbarcazioni e relativo sversamento di idrocarburi in mare. La sala operativa ha immediatamente attivato gli assetti navali della guardia costiera con l’ausilio di una motovedetta della sezione operativa della guardia di finanza di Olbia; un mezzo aereo è stato fornito dai vigili del fuoco che hanno anche messo a disposizione una squadra antincendio imbarcata su una motovedetta della capitaneria di porto per spegnere le fiamme. In campo anche il quarto Nucleo Sub della Guardia Costiera, oltre alla partecipazione della nave passeggeri “Cruise Europa” della Grimaldi Lines. A quel punto tutte le forze impegnate, si sono mobilitate a cercare e soccorre i diportisti che risultavano dispersi in mare.

Subito dopo si è proceduto alla fase antinquinamento, con l’attivazione del Piano locale antinquinamento e l’intervento del mezzo disinquinante “Koral” della flotta Castalia, di stanza a Golfo Aranci e convenzionata con il ministero della Transizione Ecologica, allo scopo di individuare e contenere l’agente inquinante (simulato con della lolla di riso).

Le operazioni sono durate tre ore e mezzo ( dalle 11 alle 14,30 circa) e sono terminate con il recupero dei naufraghi, successivamente trasportati nel luogo di sbarco prescelto.

«L’obiettivo dell’esercitazione, che si è conclusa con successo - spiegano dalla Direzione Marittima - è testare l’efficienza operativa della propria organizzazione per la ricerca e il soccorso in mare e applicare in modo corretto il piano operativo di intervento locale contro gli inquinamenti. Oltre ovviamente a verificare la prontezza e la rapidità di intervento dell’intera macchina dei soccorsi».



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