La Nuova Sardegna

Olbia

L’omaggio all’uomo della montagna

L’omaggio all’uomo della montagna

Il Cedap, ai piedi del Limbara, verrà intitolato al naturalista Michele Tamponi

05 dicembre 2021
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TEMPIO. La notizia è circolata sin dallo scorso mese e a darla sono stati gli amministratori della città. Il Cedap, il Centro per la Documentazione sull’Ambiente e sul Paesaggio che si trova ai piedi del Limbara, sarà intitolato alla figura di Michele Tamponi, il naturalista, grande appassionato della montagna e, in particolare, del Limbara, scomparso nel 2017. Una delle ultime mostre ospitate all’interno della struttura di Curadureddu ha messo in vetrina i risultati della lunga ricerca fotografica realizzata in tanti anni da Michele Tamponi. La mostra, meta di un grande flusso di visitatori, ha documentato tanto la perizia del fotografo, quanto l’amore per la natura e gli scenari montani galluresi. Si sa che è in cantiere una vera e propria inaugurazione e che ad occuparsene sarà il Comune di Tempio. Ora che anche le ultime mostre di “Organica”, la rassegna d’arte ideata da Giannella Demuro, sono terminate, si potrà programmare con ordine l’organizzazione di una cerimonia ufficiale.

Al Cedap sarà legata per sempre anche la memoria di un altro cittadino di Tempio di cui la comunità ha pianto di recente la scomparsa. È Antonio Menicucci, l’architetto che ha pensato e poi realizzato il recupero di una struttura male in arnese, qual era appunto diversi anni fa l’ex stazione di allevamento delle trote, trasformando un immobile che rischiava di trasformarsi in un rudere difficilmente recuperabile in uno dei musei più affascinanti dell’isola. Desiderio dell’architetto Menicucci era quello di contribuire, con il suo progetto, a sensibilizzare le giovani generazioni verso le tematiche dell’ambiente e del paesaggio. Un obiettivo per il quale sarebbe difficile trovare una struttura più adatta di quella dell’ex incubatoio di Curadureddu, perfettamente incastonato nella sua cornice ambientale, simile a un monolite di granito, come se si trattasse di un macigno staccatosi dalla vetta del monte che, precipitando verso il basso, ha finito col mettere radici in una piana di lecci e corbezzoli. Anche Vittorio Sgarbi, visitando lo scorso novembre la struttura del Cedap, ha avuto parole di elogio per il lavoro dell’architetto Menicucci. Parole che avrebbero fatto piacere anche a Michele Tamponi, di cui la struttura porterà impresso il nome nella sua storia futura. (g.pu.)

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