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Palau, lo stagno soffre per il caldo record: grave moria di pesci alla Sciumara

Claudio Inconis
Palau, lo stagno soffre per il caldo record: grave moria di pesci alla Sciumara

Il fenomeno anche se naturale lancia un sos sui cambiamenti climatici

17 agosto 2022
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Palau Dagli schermi alla realtà: un assaggio di cambiamento climatico a pochi passi da casa. La giornata di Ferragosto alla spiaggia de La Sciumara di Palau è stata contrassegnata da una terribile moria di pesci, con gli animali che dal braccio d'acqua del riu Surrau si sono spiaggiati sull'arenile creando un triste tappeto argentato. Inevitabile l'odore nauseante e l'acqua torbida, ma ancora più preoccupante è il messaggio implicito visto che la causa della moria è legata all'assenza di ossigeno nell'acqua dovuta alle alte temperature. La moria Il fenomeno è conosciuto come anossia o ipossia, come spiega la naturalista Marina Pala.

«Si tratta di una condizione che dipende da questa estate torrida, iniziata a maggio e di cui ancora non si vede fine. Queste temperature così alte portano al proliferare delle alghe che riducono l'ossigeno a disposizione degli animali, fino ad arrivare a queste situazioni limite che, però, possono succedere». Nella prima mattinata di ieri gli operatori comunali hanno provveduto alla pulizia del rio, portando via spigole, saraghi, occhiate e sogliole su cui l'Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna) effettuerà i controlli di norma, ma su cui non sembrano esserci dubbi sulle ragioni della moria, come spiegano gli operatori.

«Si tratta di pesci di mare rimasti intrappolati nel fiume durante il periodo in cui lo sbocco a mare era aperto e poi, con la sabbia che ha diviso i due specchi d'acqua, costretti ad adattarsi a un ambiente non loro in cui sono andati gradualmente in crisi d'ossigeno». La ricerca Ma se è vero che l'anossia è un fenomeno che ha già interessato il territorio, palaese e non solo, sembra sempre più evidente che in futuro bisognerà imparare a fare i conti con questa ed altre situazioni finora straordinarie. Come spiega Eleonora De Sabata, responsabile del progetto “MedFever" che tramite una rete di stazioni di rilevamento delle temperature del mare lungo le coste tirreniche offre un'ulteriore conferma del cambiamento in atto.

«Tutti i dati in nostro possesso hanno rilevato un aumento molto consistente delle temperature superficiali, con valori anche di 5 gradi in più rispetto alla temperatura media degli ultimi trent'anni. Un dato che spiega perfettamente le condizioni estreme in cui si possono esser trovati questi pesci». Dai dati in possesso, tuttavia, emerge anche un altro elemento.

«Se è vero che l'acqua superficiale è più calda, si parla all'incirca fino ai cinque metri di profondità, i valori riportati dal monitoraggio dei fondali evidenziano che più in fondo le temperature sono più basse della media. Semmai, quello che è mancato in quest'estate è stato il vento con le mareggiate che, di solito, equilibrano temperature e condizioni di vita della flora e fauna marina». Il punto di monitoraggio dei mari del nordest è al largo di Capo Testa, a Santa Teresa, con la partecipazione logistica del “Blu dive center" di Alfred Cardi e Serenella Pes. «A fine estate raccoglieremo i termometri dislocati in tutto il Tirreno per una nuova valutazione globale – spiega De Sabata – Ma con l'autunno sarà importante osservare quali effetti porteranno temperature così alte, con rischi di fenomeni metereologici sempre più drastici».

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