Ex regno della comunità hippy, la storia di Valle della Luna
Nell’estate 2023 lo sgombero. Ma restano i problemi di controllo e tutela
Inviata a Santa Teresa Un gommone riposa all’ombra, adagiato sulla battigia protetta. Dal mare un gruppo di turisti green scivola sulle sfumature di verde in sup, senza violare la sacralità della sabbia. A terra è un via vai di persone. Cala Grande, più nota come Valle della Luna è una calamita per vacanzieri ed escursionisti. E non solo. Il blitz d’assalto delle forze dell’ordine di qualche settimana fa avrebbe dovuto allontanare per sempre la comunità di hippy 2.0. Ma non è così. Alcuni membri della comunità sono tornati, insieme ai loro fedeli cani che fanno la guardia alle poche cose di proprietà dei padroni. Ci sono i segni di un fuoco spento da poco. Una griglia appoggiata sulle pietre. La brace tiepida. Due caffettiere su un tavolino con dei bicchieri di carta. E poi sedie, un lettino da mare, scarpe, zaini e sacchi a pelo. Alcune coperte asciugano al sole, stese sui lentischi pettinati dal maestrale.
Oltre a loro ci sono comitive di giovani in vacanza che nella valle sacra dell’Area marina protetta di Capo Testa-Punta Falcone hanno scelto di campeggiare. Dall’altra parte del mare hanno un lavoro e una casa. Ma in questo ottobre che ha il sapore di agosto, ai comodi hotel hanno preferito la suite naturale di Cala Grande . Le tracce della comunità hippy sgomberata qualche settimana fa sono ancora evidenti nonostante la massiccia operazione di pulizia portata avanti anche dai volontari.
Alcune delle grotte scavate dal vento e trasformate in abitazioni non sono più abitate. In altre ci sono tracce di vita. Di ieri e di oggi. Un filo azzurro per stendere la biancheria. Fiaschi di vino. Pentole. Piastrelle. Piccoli pannelli solari per trasformare il calore in energia elettrica. Nascosti tra la macchia mediterranea e le rocce, zaini, tende da campeggio, sacchi a pelo. La Valle, maestosa e di una bellezza che taglia il fiato, fa da quinta naturale a tutte queste sfumature di umanità. Che la scelgono per qualche ora o per passarci giorno e notte. Ma Cala Grande, come tutta la penisola di Capo Testa, è sito di interesse comunitario e fa parte dell’Amp. Non è quindi consentito campeggiare, accendere fuochi, usare i ginepri come appendiabiti e le rocce come armadi, arrivare fino alla spiaggia col gommone. Quasi nessuno dei turisti che fa tappa in questo eden conosce norme e divieti vigenti.
La Valle della Luna, area di un privato a uso pubblico, è sicuramente uno dei gioielli dell’Amp, ma non basterà certo un blitz per proteggerla. Ne è consapevole anche la sindaca di Santa Teresa, Nadia Matta, che chiede uomini e mezzi per tutelarla. «Santa Teresa ha bisogno di risorse immediate per la salvaguardia di alcuni siti dalla presenza dell’uomo che non ha saputo tutelarli. Non possiamo permettercelo più. Cala Grande è area sic e Amp. In questo ultimo periodo è stata liberata da 140 quintali di rifiuti, sono state deturpate decine di grotte, bruciate piante protette e spesso io ho dovuto imporre il divieto temporaneo di balneazione per valori fuori norma. Faccio un appello ad aiutarci alla Regione per non vanificare tutti gli sforzi e gli investimenti economici fatti in questo mese. Sono certa che l’assessorato all’Ambiente ascolterà il nostro appello e dimostrerà sensibilità verso questo territorio».