La Maddalena, il relitto di un aereo bimotore a 38 metri di profondità
L’istruttore subacqueo Puligheddu: «Una emozione unica»
La Maddalena Riposa da più di mezzo secolo su un letto di sabbia a 38 metri di profondità, nelle acque a ovest di Nido D’Aquila, imprigionato da una rete, grossi scorfani a fargli da guardiani. Un aereo bimotore della Seconda guerra mondiale, forse americano e con una storia ancora tutta da scoprire, riemerge dal passato dell’arcipelago. A far venire a galla il suo ricordo è un “uomo del mare”, Carlo Puligheddu, titolare del centro di immersioni di Punta Tegge “La Maddalena diving asd”, grande conoscitore delle acque maddalenine.
La segnalazione «Ho ricevuto la segnalazione da un pescatore dilettante che mi ha spiegato che in quel particolare punto, a ovest di Cala di Nido D’Aquila, ogni volta che pescava, trovava un ostacolo – racconta Puligheddu –. Mi sono immerso e ho trovato questo relitto. Ho fatto una prima perlustrazione e solo dopo aver ottenuto il via libera dalla capitaneria di porto sono sceso una seconda volta per fare immagini e video».
L’istruttore subacqueo isolano, tra i più esperti del nord Sardegna, racconta l’emozione di quel momento. «Mentre scendevo in profondità ho visto prima questa grande macchia scura e mi sono detto: eccolo!. Più mi avvicinavo e più capivo che si trattava di un aereo. È stata una emozione incredibile. Perché capisci che quell’oggetto che hai trovato ti porterà indietro nel tempo. Poter ricostruire il periodo storico, capire le circostanze in cui è stato abbattuto è affascinante».
L’origine Puligheddu, informalmente, ha già fatto analizzare i primi filmati e le fotografie a un esperto di ritrovamenti di aerei da guerra. «Secondo lui si tratta di un bimotore degli anni Quaranta che allora veniva prodotto in due versioni: militare e civile – spiega Puligheddu che della passione per il mare ne ha fatto il suo lavoro aprendo un diving che con il tempo ha conquistato le 5 stelle per i servizi anche alle persone con disabilità –. L’aereo è adagiato sul dorso, quindi non ho potuto vedere elementi che mi permettessero di risalire alla nazionalità. Anche lo stato di conservazione, in quanto alluminio, è pessimo. Sarà possibile avere qualche dettaglio in più non appena verrà consentito di immergermi di nuovo». Intorno al relitto non sono stati trovati altri pezzi del velivolo. In attesa di una nuova immersione Puligheddu sta cercando di ricostruire la storia di quel bimotore in base a testimonianze e ricordi degli anziani. «Potrebbe essere americano», aggiunge.
Il mare più bello Di sicuro una immersione spettacolare per Puligheddu, in cui storia e bellezza diventano un unicum. «Ho 58 anni e da 35 faccio questo lavoro – commenta –. Ho migliaia di immersioni alle spalle, nell’arcipelago ma anche nel resto della Sardegna oltre che a Sharm el Sheikh. La più profonda a 83 metri. Posso però affermare, e sono sicuro di quello che dico, che il mare dell’arcipelago è unico. È diverso da tutti gli altri per i colori, la luce, la visibilità, gli scogli. L’immersione più bella in assoluto? Io non ho dubbi. Alla secca di Washington, a Caprera».