La Nuova Sardegna

Olbia

Veleni in aula

Le minoranze al prefetto: «Consiglio comunale di Arzachena illegittimo e antidemocratico»

di Serena Lullia
Le minoranze al prefetto: «Consiglio comunale di Arzachena illegittimo e antidemocratico»

Cudoni, Fresi e Pileri: «Impossibile esercitare il nostro ruolo». Il sindaco Ragnedda: «Indegna delegittimazione degli uffici e della classe politica»

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Arzachena «Illegittimo e antidemocratico». Le minoranze consiliari cestinano la diplomazia e segnalano al Prefetto e al presidente della Regione quelle che ritengono «reiterate violazioni del regolamento e dello statuto comunale», tali da rendere «impossibile il libero esercizio del mandato consiliare con la conseguenza dell’impossibilità di esprimere la libera espressione di voto sugli atti deliberativi che, risulterebbero viziati».

In un dettagliato documento (letto in aula prima di abbandonare la seduta di oggi, 11 dicembre), inviato alla prefettura e alla Regione. i consiglieri Rino Cudoni, Francesca Pileri e Fabio Fresi chiedono «che il consiglio comunale sia messo in grado di riprendere la sua regolare e normale vita democratica con un richiamo formale al rispetto delle leggi».

In particolare, sottolineano la mancata la lettura dei verbali delle sedute consiliari precedenti per la loro approvazione e ratifica. Il mancato esercizio del diritto di replica,  con il diniego a intervenire per fatto personale al consigliere Fresi nella seduta del 14 novembre scorso. E ancora la mancata costituzione delle commissioni consiliari «che, seppur non obbligatorie, esistevano e operavano nel nostro sistema comunale dalla nascita del Comune. Tale atteggiamento rappresenta un grave stortura per la vita democratica del nostro paese».

I tre consiglieri ritengono inoltre che il regolamento comunale venga applicato a intermittenza e che non vengano messi nelle condizioni di ricevere gli atti amministrativi richiesti nei tempi di legge.

Tra i punti più gravi per i quali le minoranze chiedono un intervento del prefetto ci sarebbero poi due presunte situazioni di incompatibilità per le quali «abbiamo cercato di sottolineare l’importanza del dovere di astensione dalla discussione di argomenti e/o dagli atti deliberativi. Segnalazioni, fino ad oggi, disattese. Si presume che vi siano alcuni componenti della giunta che abbiano il dovere di astenersi per le professioni che svolgono ma che, continuano ad esercitare attività amministrativa nel territorio da essi governato».

Accuse alle quali il presidente del Consiglio, Mario Russu non ha replicato nell’immediato post lettura del documento in aula «avendo già risposto nelle sedute precedenti». Il sindaco Roberto Ragnedda ha invece stigmatizzato le parole dei consiglieri di opposizione. «Vorrei ringraziare gli uffici per il costante impegno che mettono a disposizione dell’ente affinché si possano erogare con regolarità ed equilibrio servizi strategici, nonostante burocrazia e regole stringenti. Questo consiglio comunale, con le tante delibere che approva, conferma il buon funzionamento dell’ente anche grazie all’armonia tra politica e struttura tecnica. Dispiace ancora una volta assistere alla delegittimazione pubblica portata avanti dai consiglieri di minoranza che ricoprono un ruolo in maniera indegna e continuano a delegittimare la parte politica e l’operato degli uffici. Dispiace non ci possa essere un contraddittorio che speriamo possa avvenire nel prossimo consiglio comunale».

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