La Nuova Sardegna

Olbia

Il caso

Golfo Aranci, Vittorio Sgarbi: «L’hotel di lusso a Capo Figari non si può fare»

Golfo Aranci, Vittorio Sgarbi: «L’hotel di lusso a Capo Figari non si può fare»

Il sottosegretario alla Cultura risponde all’interrogazione di Ghirra sul progetto per trasformare il semaforo in un luxury resort

23 dicembre 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Golfo Aranci Il comitato Maremosso interviene dopo la risposta del sottosegretario di Stato per la cultura Vittorio Sgarbi all’interrogazione parlamentare presentata ad agosto dall’onorevole Francesca Ghirra, membro della Camera dei deputati per Alleanza Verdi e Sinistra. Nel documento presentato ai ministeri competenti, l’onorevole Ghirra metteva in risalto l’incompatibilità del progetto approvato dalla Regione per la trasformazione del Semaforo di Capo Figari e della Batteria Serra in un Luxury Hotel. Sgarbi ha risposto che «l’hotel di lusso a Capo Figari non si può fare. Non c’è stata nessuna autorizzazione e nessuna interlocuzione preliminare con il Ministero e con la Soprintendenza archeologica di Sassari e Nuoro».

Alla luce di questa risposta, il comitato Maremosso si pone due fondamentali domande. La prima: «Come, la Regione, ha potuto approvare il progetto di trasformazione, senza avviare nessuna interlocuzione con il Ministero e con la Soprintendenza?». La seconda: «Come, il concessionario, ha potuto iniziare i lavori di messa in sicurezza con recinzioni non considerando l’obbligo di preventiva autorizzazione (articoli 21 e 22 del Codice dei beni culturali e del paesaggio) per ogni intervento, anche di manutenzione ordinaria, sui beni e sulle pertinenze?».

Nella sua risposta all’interrogazione parlamentare, Vittorio Sgarbi è stato chiaro: i due compendi sono stati dichiarati di interesse culturale storico-artistico. «Con successivi decreti della commissione regionale patrimonio culturale della Sardegna è stata autorizzata la concessione in uso dei beni culturali (ai sensi dell'articolo 57 del decreto legislativo n. 42 del 2004). Tra le prescrizioni previste – rimarca Sgarbi – si stabilisce: l'obbligo di preventiva autorizzazione (articoli 21 e 22 del Codice dei beni culturali e del paesaggio) per ogni intervento, anche di manutenzione ordinaria, sui beni e sulle pertinenze; il divieto di interventi di demolizione e la ricostruzione «a l'identique» e la compatibilità di interventi di restauro conservativo, valorizzazione e adeguamento con la qualifica di bene culturale tutelato; l'obbligo di salvaguardia delle caratteristiche originarie dei compendi, sia sotto il profilo architettonico che del particolare contesto paesaggistico; l'obbligo per il concessionario del bene, così come previsto dalla norma vigente, di garantire la pubblica fruizione del bene culturale secondo modalità da concordarsi con la soprintendenza competente. Tutto ciò premesso – fa sapere Sgarbi – ad oggi non sono pervenuti alla soprintendenza archeologica per le province di Sassari e Nuoro, istanze di autorizzazione né sono state avviate forme di interlocuzione preliminare in merito agli interventi di restauro degli immobili oggetto di questa interrogazione».

In Primo Piano
Il fatto del giorno

Sassari-Olbia, c’è la proroga: sarà ultimata nel 2025

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative