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La Maddalena, barche da traffico in rivolta: «Il Parco chiude l’ormeggio naturale di Cala Granara»

La Maddalena, barche da traffico in rivolta: «Il Parco chiude l’ormeggio naturale di Cala Granara»

Il vice presidente dell’Aiatp, Nicolai: «Basta decisione calate dall’alto. E basta scelte prese con la stagione alle porte»

26 gennaio 2024
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Santa Teresa Stop all’ormeggio delle barche da traffico sulla scogliera di Cala Granara, nell’isola di Spargi, già dalla stagione 2024. Alla proposta del Parco, arrivata in una riunione di qualche giorno fa, l’Associazione italiana armatori trasporto passeggeri risponde con un no deciso a nome dell’intera categoria. «Nel corso dell’incontro, a cui era presente anche l’amministrazione comunale di La Maddalena e i rappresentanti della Capitaneria di porto ci è stata fatta questa proposta per la stagione 2024. Chiudere l’ormeggio naturale di Cala Granara, riducendo quindi a due quelli fruibili: sull’isola di Santa Maria e Zavagli a Spargi – spiega il vice presidente dell’associazione Giovannino Nicolai –. Contestiamo la tempistica oltre che la sostanza della proposta». Nicolai ricorda che la programmazione della stagione, parte subito dopo l’estate. «Ormai da anni vengono organizzati incontri di questo tipo, a volte nel mese di ottobre e comunque per noi già in ritardo, figuriamoci a gennaio, con l’imminente inizio della stagione già a Pasqua».

Nella sostanza l’associazione ritiene che il taglio di un ulteriore ormeggio sia penalizzante per chi vive di turismo sulle onde. «Nel giro di poco tempo ci siamo visti chiudere due ormeggi naturali sulla scogliera  (la testa della Strega e il Cavalieri a Budelli) – sottolinea Nicolai –. Secondo il Parco per motivi di sicurezza, quando in concreto non c’è mai stato alcun sinistro. La chiusura ha poi avuto delle conseguenze ambientali pesanti: ha comportato, sugli altri tre ormeggi, fruibili, una turnazione di imbarcazioni e un impatto antropico non indifferente, che avevamo messo in evidenza prima che questa misura venisse attuata. Con questa nuova proposta gli ormeggi si riducono a due, per ogni imbarcazione la sosta è consentita solo su un punto e l’altra deve essere alla boa dove i turisti potrebbero fare il bagno ma solo dalla barca».

Soluzione che Nicolai critica. «Sappiamo già che, anche ormeggiando l’imbarcazione poppa e prua alle boe, in uno spazio protetto da cavi tarozzati, la cosa è poco fattibile – spiega –. Non tutte le persone amano fare il bagno dalla barca, anche perché non tutti sanno nuotare o comunque non così bene da immergersi senza toccare il fondo. In più ci sono i bambini, le persone anziane, quelle con disabilità che verrebbero messe nelle condizioni di rinunciare al bagno. Inoltre, chi sa un po’ di mare, sa bene che tanti soffrono il movimento della barca da ferma». Nicolai non nasconde un po’ di fastidio per il trattamento riservato agli operatori da traffico passeggeri dal Parco. «La nostra categoria non è stata mai ben vista – sottolinea –. Ogni anno si vuole limitare la nostra operatività e la consuetudine, appena di 50 anni, dei tour in barca. Siamo davvero stanchi di questo atteggiamento verso chi lavora con sacrificio e onestà. Tutto ciò che ci viene proposto oggi, dovrebbe essere non imposto dall’alto, ma discusso con l’accordo di noi operatori, per una programmazione non in vista della stagione imminente, ma almeno di quella del 2026».

Sulla chiusura del punto di ormeggio di Cala Granara dalla prossima estate, Nicolai solleva qualche dubbio di concreta attuazione. «A oggi il parco – conclude il vice presidente Nicolai – è senza presidente e senza consiglio direttivo. Ho qualche dubbio che il direttore possa legiferare da solo». 

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