La Lega in Gallura: «Abbiamo amministrato bene, pronti a governare ancora la Sardegna»
Il partito di Salvini in campo con Dario Giagoni, Andrea Biancareddu, Vanni Sanna, Giovanna Satta, Antonella Piredda e Patrizia Loriga
Olbia Una corsa da indipendenti verso il palazzo della Regione dopo la fine del percorso simbiotico col Psd’Az. Con cinque anni al governo della Sardegna e la convinzione di avere lavorato bene per l’isola. La Lega cerca di replicare il successo del 2019 e schiera i suoi candidati. Due big del centrodestra gallurese: Dario Giagoni, leghista della prima ora e salviniano doc, capogruppo in consiglio regionale e consigliere regionale fino al 2022 quando è poi diventato deputato. Andrea Biancareddu, assessore regionale in carica alla Pubblica istruzione, che nel partito verde approda dall’Udc. E ancora Vanni Sanna, assessore comunale della giunta Nizzi. Debuttano in quota rosa Giovanna Satta, Antonella Piredda e Patrizia Loriga.
A far sentire tutto il peso della Lega nazionale sulle Regionali e anche il forte legame con la Gallura la presenza del vice segretario leghista, Andrea Crippa. «Avete una grande responsabilità – dice – . Il risultato in Sardegna ha un peso importante sugli assetti nazionali e sulle Europee. Ma sono fiducioso. La Lega in Sardegna ha sempre dimostrato di saper amministrare bene».
Ci crede il deputato Giagoni che invita a fare la campagna elettorale in stile Lega «stando tra la gente». Ricorda poi «il grande lavoro fatto dalla Regione nel periodo del Covid, mettendo a disposizione risorse economiche proprie per rispondere alle esigenze di famiglie e imprese». Sottolinea l’impegno sull’autonomia. «Lo statuto della Sardegna va rivisto perché va rafforzata l’autonomia. Su temi chiave come paesaggio e ambiente su cui non abbiamo titolarità, utili per rilanciare l’economia del mattone che non significa distruggere l’ambiente ma far crescere l’isola in base alle richieste della popolazione e delle attività». Sulla sanità sottolinea che «grazie al lavoro fatto dall’ex assessore (leghista ndr) Mario Nieddu avremo case e ospedali di comunità. Molte risposte arriveranno più avanti anche grazie ai numerosi investimenti fatti uscendo dalla logica secondo cui sulla sanità si deve risparmiare».
Per l’assessore Andrea Biancareddu la scelta di aderire al partito è racchiusa nello slogan della sua campagna elettorale. La forza dei fatti. «Le persone si dividono in chi fa filosofia e in chi fa le cose, risolve problemi, cerca finanziamenti, fa partire i progetti – afferma –. La forza dei fatti è quello che mi ha spinto a chiedere alla Lega di farne parte». E sul suo lavoro da assessore ricorda. «L’assessorato alla Pubblica istruzione e Sport è considerato il meno ambito. Se ipoteticamente dovessi sceglierlo, lo invece lo sceglierei di nuovo. Perché si occupa di temi a me cari: la scuola, i ragazzi, lo sport, la lingua sarda, la cultura. Sono entrato che il mio assessorato aveva un bilancio di 14 milioni di euro, oggi ne ha 35. Prima si finanziavano solo quattro sport, oggi tutte le attività sportive possono avere un piccolo contributo della Regione».
Vanni Sanna, assessore alle Attività produttive, tira fuori il suo cavallo di battaglia, la zona franca e garantisce il suo impegno perché diventi realtà. «Non bastano i fondi del Pnrr, che sono anche tanti, per rilanciare la Sardegna – sottolinea –. Servono interventi strutturali. I siciliani avranno il ponte sullo Stretto di Messina, noi abbiamo bisogno della continuità territoriale, e non solo per i residenti. E dobbiamo avere la zona franca integrale perché ci spetta per diritto costituzionale. Noi non dobbiamo essere messi al di sopra degli altri italiani, ma allo stesso livello. E quindi dobbiamo avere l’esenzione di Iva, accise e dazi e la riduzione dell’Irap al 50%. Su questa battaglia lavorerò con impegno». Garantiscono dedizione per la Sardegna le new entry Antonella Piredda, Oss all’ospedale Giovanni Paolo II e Giovanna Satta, ambulante. Per quest’ultima sono fondamentali i temi della Bolkestein e la difesa della categoria. «Io mi candido per la prima volta e quando mi è stato chiesto non mi è sembrato vero – commenta -. Voglio difendere la mia categoria e quella di tutti i commercianti perché stiamo andando a morire. Ci sono alcuni temi importanti, come la direttiva Bolkestein, applicata da alcuni comuni e da altri no. Dietro il nostro lavoro ci sono sacrifici e investimenti».