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Il personaggio

Michele Lissia: «Io, calangianese, candidato sindaco a Pavia»

di Stefania Puorro
Michele Lissia: «Io, calangianese, candidato sindaco a Pavia»

Il 42enne del Partito democratico guida la coalizione di centrosinistra nella città lombarda: «La Gallura sempre nel cuore»

21 maggio 2024
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Calangianus. Ha la Gallura nel cuore. E ama profondamente il suo paese di origine, Calangianus, dove vivono ancora i genitori. I giorni di vacanza li trascorre nella sua terra, con le immancabili tappe estive a Bados, dove lui e le sue sorelle hanno ereditato dalla famiglia una casa sul mare. Ma adesso Michele Lissia, che ha 42 anni e che da 24 vive in Lombardia, è concentrato sul prossimo importante obiettivo: è infatti candidato sindaco alle comunali di Pavia per la coalizione del centrosinistra. È uno dei cinque in corsa anche se, a sentir lui, la vera sfida sarà a due «e abbiamo ottime possibilità di farcela». Tra un comizio e l’altro, Michele Lissia è stato di recente protagonista di un atto coraggioso. Ha bloccato un giovane scippatore, lo ha convinto a restituire ciò che aveva appena rubato e poi lo ha salvato da un linciaggio. «Nel nostro programma una delle priorità è proprio la sicurezza, che non è certo quella dei manganelli è dei taser. La nostra missione va oltre il controllo: serve una vera e propria “pulizia” del territorio investendo sulle politiche sociali. A Pavia c’è solo microcriminalità e gli autori sono spesso persone sbandate, emarginate, svantaggiate e senza fissa dimora che non sono state accudite e tolte dalla strada. Ecco, noi destineremo il 20 per cento del bilancio per costruire a Pavia una vera e propria sicurezza sociale anche attraverso progetti inclusivi».

E l’episodio che ha visto protagonista Michele Lissia per la strada è stato per lui una conferma che la strada intrapresa dalla sua coalizione è quella giusta. «Camminavo in una via di Pavia e ho visto un ragazzo che scappava e un agente della polizia locale che lo seguiva gridando “fermatelo, fermatelo”. Me lo sono trovato davanti. Sono riuscito a interrompere la sua fuga e a tranquillizzarlo: si tratta di un egiziano di 20 anni. Gli ho detto: “Fermati e vedrai che non succede niente. Restituisci ciò che hai rubato e nessuno si farà male. Aveva strappato dal collo di un altro giovane una catenina e a quel punto si è arreso. Poi ho dovuto proteggerlo perché c’era chi avrebbe voluto linciarlo. Ecco, il punto è proprio questo. Arrivare a una sicurezza sociale».

Il candidato sindaco gallurese che punta a governare Pavia è rimasto a Calangianus sino ai 18 anni, dove aveva anche fatto il pugile nella società Aurora. «Poi sono arrivato qui per studiare all’Università e non mi sono più mosso. Eccetto i due anni che ho trascorso all’estero (Erasmus in Scozia e un anno a Berlino durante il dottorato). Mi sono laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza e ho conseguito un dottorato di ricerca in economia, diritto e istituzioni. Sono anche giornalista pubblicista e ho lavorato per il Policlinico di Pavia, per il centro di ricerca della Regione Lombardia, per la Regione Piemonte e da qualche anno sono direttore operativo di una società che si occupa di trasporti sanitari». La sua carriera politica è cominciata ai tempi degli studi universitari. Iscritto al Partito democratico nel 2013, l’anno dopo è stato eletto consigliere comunale a Pavia per diventare poi, nel 2016, capogruppo del Partito democratico in Consiglio. Nel dicembre 2018 è stato eletto segretario cittadino e adesso è in piena corsa per diventare sindaco di Pavia. «Se riuscirò a strappare la leadership al centrodestra? La nostra è una coalizione ampia e forte, ce la faremo». Parola di gallurese.

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