La Nuova Sardegna

Olbia

La sentenza

Santa Teresa, attentato alla pescheria Murru: due condanne in tribunale in Corsica

di Tiziana Simula
Santa Teresa, attentato alla pescheria Murru: due condanne in tribunale in Corsica

Sulla stessa vicenda la Procura di Tempio ha archiviato

06 giugno 2024
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Santa Teresa Nel 2019 un attentato incendiario provocò ingenti danni alla pescheria della famiglia Murru. Durante la notte, i malviventi si erano introdotti all’interno dei locali, avevano cosparso il pavimento e gli arredi del punto vendita al dettaglio e degli uffici di liquido infiammabile, e avevano appiccato il fuoco. Un’intimidazione che ha avuto un risvolto giudiziario alquanto insolito. Che registra due esiti diversi per la stessa vicenda: un’archiviazione per infondatezza della notizia di reato da parte della Procura della Repubblica di Tempio e un processo con condanna a tempo record dal tribunale penale di Ajaccio.

È in Corsica (sebbene il reato sia stato commesso a Santa Teresa) che è avvenuto l’arresto e il processo delle tre persone che la magistratura locale ha ritenuto essere i responsabili dell’attentato incendiario alla pescheria della famiglia Murru. Due di loro sono state già processate e condannate nel corso di un’unica udienza, il 21 maggio scorso, dal tribunale di Ajaccio: Paul-François Minichetti, ritenuto l’autore materiale (è stato in carcere in attesa del processo), a tre anni di reclusione per incendio doloso con mezzi pericolosi e possesso di armi, Julien Sanna, il mandante, a due anni di reclusione con condizionale per associazione a delinquere. Il terzo, minorenne all’epoca dei fatti, comparirà davanti al giudice a settembre. Ai tre, la Gendarmeria della Corsica sarebbe arrivata nell’ambito di altre indagini.

All’origine dell’intimidazione, così è emerso dalle indagini e dal processo – ci sarebbe una controversia commerciale: Sanna ha spiegato alla Corte di aver acquistato pesce per la sua attività, a Sartène, dalla pescheria di Santa Teresa, di non essere stato d’accordo per l’importo e di essersi, quindi, rifiutato di pagare le fatture. Ha detto di essere stato, per questo, minacciato da due persone provenienti dalla Sardegna (sul fatto non sono emerse prove) e, avendo avuto paura, di aver chiesto a Minichetti di andare in Sardegna per “impressionare” i suoi creditori. Sanna ha ammesso di aver inviato Minichetti a Santa Teresa per risolvere il suo problema, ma Minichetti non ha ammesso di essere l’autore dei fatti. Versione non condivisa dal tribunale, che lo ha condannato.

A incastrarlo, diverse circostanze: si era vantato con alcuni amici di aver dato fuoco alla pescheria di Santa Teresa, inoltre, dalle immagini di videosorveglianza risultava che uno di loro aveva versato liquido infiammabile sulla scarpa sinistra e proprio lui il 18 aprile, al suo ritorno in Corsica, aveva chiesto di essere medicato per ustioni alla mano e alla gamba. In Corsica, la vicenda penale si è, dunque chiusa. Resta ancora in piedi la causa civile per il risarcimento dei danni ai proprietari dell’attività (due società e quattro soci), con udienza fissata al 6 novembre.

In Corsica la famiglia Murru è assistita dall’avvocata Valerie Guiseppi, di Ajaccio, in Sardegna, dall’avvocata Marcella Muzzu del Foro di Tempio. Che ci fossero tre arrestati corsi per l’attentato subito, i proprietari della pescheria lo hanno scoperto solo quando è stata fissata l’udienza del processo. E solo recentemente hanno saputo, non senza stupore, che le indagini da parte della Procura di Tempio sono state formalmente archiviate.

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