Invade il campo durante la partita e sferra un pugno a un dirigente
L’episodio in un match di Seconda categoria. Scatta la denuncia
Trinità d’Agultu Non certo un episodio di fair play quello dell'ultima giornata del campionato di Seconda categoria, girone H, durante la partita tra il Trinità e il Codaruina, la squadra di Valledoria, svoltasi domenica 27 aprile sul campo dei padroni di casa. Una partita decisiva per la salvezza di entrambe le squadre, ma la cui importanza non può giustificare le violenze avvenute. A denunciare l'accaduto è stata la vittima stessa, Luca Soggiu, dirigente del Trinità, che in occasione dell'ultima di campionato ha svolto anche il ruolo di guardalinee.
Al novantesimo minuto, il Trinità segna la rete del vantaggio, in campo c'è tensione, scoppia un litigio tra i giocatori: a complicare la situazione arriva uno spettatore che dagli spalti invade il campo. Sotgiu lo rincorre per farlo uscire e sanzionare l'azione, ma l'invasore gli sferra un pugno al volto. Soggiu ha avuto i riflessi per indietreggiare, ma il pugno lo ha raggiunto ugualmente colpendolo di striscio nella zona tra l'occhio, lo zigomo e la tempia nella parte destra del volto. L'invasore di campo sarebbe un parente di un giocatore del Codaruina che «ha passato tutta la partita a insultare e fare gestacci», racconta Soggiu.
Attimi di paura per il dirigente trinitaiese che si è trovato con la vista oscurata e pieno di sangue sul volto. Immediato l'intervento di altri dirigenti della squadra che hanno allertato i carabinieri, intervenuti sul posto per identificare vittima e aggressore, e il 118. Soggiu, che ha presentato denuncia, è stato prima portato a Tempio in ambulanza, poi a Olbia per gli accertamenti del caso che gli sono valsi dieci giorni di prognosi. Dalla squadra avversaria è arrivata subito la condanna: «Non sapevamo neanche chi fosse la persona che ha invaso il campo, condanniamo assolutamente il gesto e speriamo di esserci chiariti tra le due società già nel corso del “terzo tempo” che abbiamo trascorso tutti assieme».