Olbia Il porto di Olbia è a rischio. Ogni ragionamento sul distretto della nautica, su cantieristica e diportismo con cifre a molti zeri e sul futuro dell’economia blu, rischia di essere messo in pericolo dagli ostacoli posti ai lavori di dragaggio del porto di Olbia. Se i fondali non saranno portati a un livello di pescaggio per i superyacht, le navi da crociera e le nuove super navi commerciali, il futuro dell’economia più importante del territorio rischia di naufragare. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna, Massimo Deiana, se aveva lanciato qualche avviso ai naviganti, ieri nel corso della Fiera nautica di Sardegna, a Porto Rotondo, ha deciso di inviare un SOS, un vero e proprio Mayday.
L’ultimatum. «L’anno scorso 24 navi da crociera non sono potute sbarcare a Olbia per i problemi ai fondali. Se non arriva entro due settimane la lettera di Via (Valutazione di impatto ambientale, ndr) io li metto in mora e chiedo i danni allo Stato – attacca Deiana –. Qui sono passati 17 mesi dall’avvio della procedura di Via e si sono sovrapposte limitazioni temporali ed economiche inaccettabili, un’opera che costerà 90 milioni, rispetto ai 50 milioni messi inizialmente a budget. Ma non sono soli ostacoli tecnici, qui abbiamo opposizioni di tipo ideologico che non sono più tollerabili». La valutazione, anche patrimoniale, di un’ assicurazione contro gli eventuali danni prodotti dai lavori agli allevamenti delle cozze di Olbia, infatti, rischia di rappresentare un nuovo ostacolo per l’atteso via libera ai lavori per i dragaggi dei fondali del porto di Olbia, dall’Isola Bianca al Cocciani: per portare i primi due a meno 10 metri, e quelli della canaletta di accesso allo scalo a meno 11 metri di profondità. Si tratta dell’indicazione arrivata dalla Direzione generale Pesca e Acquacoltura dell’assessorato regionale all’Agricoltura, con le ultime osservazioni all’interno della procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) sul progetto davanti la Commissione tecnica del Mase, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Ma Deiana le rispedisce al mittente. «Dopo 4 anni di studi abbiamo presentato nel novembre 2023 la richiesta di Via, pensavo ci volessero al massimo 330 giorni, ma ad oggi non c’è alcuna risposta e sospetto che alla lentezza della burocrazia si stiano saldando interessi contrari. Ho segnali negativi in tal senso – spiega Deiana –. Attenzione a fare scelte tenendo conto delle minoranze rumorose, Olbia è un porto e non un luogo solo destinato all’allevamento dei mitili. Sto combattendo da 8 anni, ho il dispiacere di non essere riuscito a realizzare i dragaggi».
Il sindaco. Sulla stessa linea il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, che attacca i mitilicoltori. «Siamo una vita che ci confrontiamo con un gruppo di nostri concittadini che ha voluto limitare lo sviluppo del porto di Olbia, credono di essere bravi a spendere i fondi regionali e poi si rivendono i beni e dicono che non sanno dove mettere mitili o imbarcazioni – dice Nizzi –. Lavoriamo con l’università di Milano per utilizzare sulle cozze dei rilevatori che studino i livelli di inquinamento nel golfo, prima che inizino i lavori di dragaggio. Così saremmo anche in grado di verificare il tipo di cozze, da dove arrivano, quanto tempo restano nel nostro golfo».