In fuga dopo l’incidente mortale, imprenditore a processo
Gigi Bardanzellu si allontanò senza prestare soccorso. Chi erano le vittime e cosa hanno detto i testimoni in aula
Olbia Dopo lo scontro con la monovolume, la Panda su cui viaggiavano Antonello Derosas e Mario Marrosu era finita sul muretto in pietra che delimita la strada statale 125, le ruote posteriori sollevate e la parte anteriore accartocciata sull’asfalfo. I due amici olbiesi, di 61 e 48 anni, che rientravano in città dopo aver finito di lavorare, erano morti sul colpo. Era successo il 13 marzo 2021 poco dopo le 15,30, all’altezza dell’ex bowling.
A processo per quella tragedia c’è l’imprenditore Gigi Bardanzellu, difeso dall’avvocata Luisella Corda. I carabinieri lo avevano rintracciato dopo 24 ore di ricerca in un appartamento a Porto Rotondo. Dopo l’incidente, Bardanzellu, che era alla guida di una monovolume Renault di proprietà del fratello, si era allontanato facendo perdere le sue tracce, senza prestare soccorso agli occupanti dell’altra macchina. È accusato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga e dell’omissione di soccorso. Martedì 7 maggio in aula, davanti alla giudice Caterina Interlandi, sono stati sentiti diversi testimoni. Tra loro, un automobilista – che è anche un soccorritore – che aveva assistito all’incidente, il quale ha raccontato ciò che aveva visto, riferendo, tra le altre cose, che le macchine viaggiavano a velocità moderata e che c’era stata un’invasione di corsia da parte della monovolume. Ha riferito, poi, di aver visto Bardanzellu scendere dalla sua macchina, dopo l’incidente, con una valigetta in mano e allontanarsi. Lui si era avvicinato alla Panda e aveva visto che Marrosu era già morto. Il suo amico era morto qualche istante dopo.
È stato sentito anche il capitano dei carabinieri Greta Gentili che al tempo era a capo del nucleo operativo e radiomobile di Olbia, che ha spiegato l’attività svolta per rintracciare Bardanzellu.
Sulla base dei rilievi eseguiti dalla polizia locale, che sarà sentita nella prossima udienza, l’automobilista procedeva con la sua monovolume verso Porto Rotondo. Nella carreggiata opposta, a bordo della Panda vecchio modello, viaggiavano i due operai. All’altezza dell’ex bowling, lo schianto tra le due auto. L’utilitaria, dopo aver fatto un giro su se stessa era stata spinta con violenza verso il muretto che delimita il piazzale dell’autogrill. L’auto era rimasta in bilico, le ruote sul bordo del muretto e la parte anteriore sventrata rivolta verso l’asfalto. Un impatto che non aveva lasciato scampo ai due amici. Alcuni testimoni avevano raccontato di aver visto Bardanzellu scendere dalla macchina e andare via. L’uomo si era allontanato facendo perdere le sue tracce. I carabinieri che lo avevano cercato per 24 ore, insieme alla polizia locale, lo avevano rintracciato in un appartamento a Porto Rotondo.