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Tavolara, dietrofront del sindaco: il divieto di arrampicata valido solo per l’estate


	Un tratto della Ferrata degli Angeli a Tavolara
Un tratto della Ferrata degli Angeli a Tavolara

Olbia, Settimo Nizzi rettifica l’ordinanza. Dall’autunno un regolamento per disciplinare le attività

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Olbia Il sindaco Settimo Nizzi rivede l’ordinanza che vieta le attività di arrampicata sull’isola di Tavolara. Sull’albo pretorio del sito del Comune, oggi, 19 maggio, è comparsa una ordinanza di rettifica. In sostanza, si legge che il divieto di arrampicata resterà valido fino al 30 settembre, quindi per tutta la stagione estiva. Dopodiché il Comune adotterà un regolamento per disciplinare l’uso dell’area, «essendo i competenti uffici comunali – si legge – già stati incaricati dell’istruttoria della relativa proposta da sottoporre all’approvazione del competente consiglio comunale». Il sindaco Nizzi, comunque, ci tiene a precisare che, da parte sua, non c’è stato alcun dietrofront. «Non abbiamo cambiato idea – dice –. C’era solo un piccolo errore nell’ordinanza precedente. Per le ordinanze contingibili e urgenti, infatti, la legge prevede che debbano avere un termine temporale. Nella prima ordinanza non era stato inserito».

La decisione del sindaco di vietare le arrampicate a Tavolara era stata duramente contestata sia dalle guide ambientali escursionistiche, che hanno annunciato ricorsi e fondato un comitato, che dal gruppo consiliare del Pd. Partito democratico che resta critico anche dopo la seconda ordinanza. «Solo a seguito delle contestazioni l’amministrazione è stata costretta a introdurre le modifiche – scrivono i consiglieri Ivana Russu, Gianluca Corda, Maddalena Corda, Antonio Loriga, Mariangela Marchio e Rino Piccinnu –. Ancora una volta, il sindaco adotta un provvedimento in modo unilaterale e impulsivo, emanando un’altra ordinanza, nel tentativo di ricorrere ai ripari in extremis. Le recenti correzioni non sono altro che un’ammissione implicita degli errori commessi. Tuttavia, queste correzioni non risolvono i vizi di legittimità già evidenziati da noi, ma anzi ne confermano implicitamente l’infondatezza». Secondo il Pd il sindaco avrebbe agito «senza i necessari presupposti normativi e senza un confronto preventivo con i portatori di interesse e gli attori coinvolti». E poi: «L’amministrazione individua un lasso di tempo entro il quale si dovrebbe procedere, finalmente, alla gestione ordinata dell’area. Ma ciò non cambia la sostanza: le condizioni di pericolosità indicate nell’ordinanza restano arbitrarie e non dimostrate». Infine la richiesta di ritiro anche della seconda ordinanza: «Il divieto totale, anche se limitato fino a settembre, rappresenta una misura eccessiva e sproporzionata, che rischia di alimentare percorsi clandestini e di penalizzare le guide nel periodo di maggior lavoro».

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