Cento messaggi alla ex in un giorno: indagato per stalking
Scatta il divieto di avvicinamento alla donna, sul 42enne olbiese pende già un procedimento penale per maltrattamenti
Olbia Cento messaggi in un solo giorno alla ex. Nonostante su di lui pendesse già un procedimento penale per maltrattamenti nei confronti della ex moglie, dopo la fine della loro relazione, ha continuato a cercarla in maniera ossessiva, e nonostante la implorasse di rimanere in buoni rapporti, la offendeva continuamente e la minacciava. Da febbraio 2025, secondo le accuse, un uomo di 42 anni, di Olbia, avrebbe posto in essere comportamenti persecutori e atti di violenza psichica nei confronti della donna, con cui non viveva più insieme: la tempestava di messaggi sul telefono e quando lei bloccava il contatto, lui li inviava al figlio o alla sua amica, alla quale, in meno di un mese, come emerge dagli atti, aveva inviato 190 messaggi vocali e 45 scritti. La inseguiva, si appostava sotto la sua nuova casa o nel posto di lavoro, la tormentava chiedendole se avesse altri uomini, e la minacciava di toglierle i figli. Incurante di essere già indagato per maltrattamenti (era stato anche agli arresti domiciliari, misura, poi, attenuata nel tempo), ha continuato a perseguitarla. Ora nei suoi confronti, la Procura di Tempio ha aperto un secondo fascicolo, questa volta con l’accusa di atti persecutori. Accogliendo la richiesta del pubblico ministero Sara Martino, la gip del tribunale di Tempio, Marcella Pinna, ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex moglie. L’ordinanza è stata notificata qualche giorno fa dai carabinieri. Lunedì prossimo, il 42enne, difeso dall’avvocato Giampaolo Murrighile, comparirà davanti alla giudice per l’interrogatorio di garanzia. Tra le altre contestazioni, è accusato di essere entrato nell’abitazione della ex contro la sua volontà, di aver cercato di abbracciarla mentre era al lavoro, sempre contro la sua volontà, di averla inseguita in varie occasioni e di essersi appostato fuori dal locale dove lavorava. (t.s.)