Dopo due anni chiuso in gabbia, il cinghiale salvato dalle doppiette inizia una nuova vita – VIDEO
Maddy era stato trasferito da La Maddalena a Bonassai grazie alla Lav
Sassari La nuova vita del cinghiale Maddy comincia con una corsetta claudicante nell’erba e un bagno felice nel fango. Il cinghiale salvato dalle doppiette due anni fa a La Maddalena – grazie alla segnalazione di un volontario locale raccolta dalla Lav, la Lega antivivisezione - ha finito la sua prigionia dorata al Centro recupero animali selvatici di Bonassai dove era ricoverato. Il suo presente e il suo futuro sono nel Santuario animali liberi di Telti, il “Rifugio di Miki Pig”. L’animale era rimasto ferito a una zampa nel marzo 2023, probabilmente dopo essere rimasto intrappolato in un laccio di bracconaggio o colpito da un’arma da fuoco. Dopo 47 giorni di sofferenza in natura l’intervento della Forestale insieme al Parco, Forestas, Cfva, il prelievo da La Maddalena e le prime cura a Bonassai. Il cinghiale, aveva una frattura grave con profonda infezione a una zampa.
La Lav chiede subito alla Regione Sardegna di ottenere in affidamento Maddy per trasferirlo nel santuario partner per animali liberi di Telti, l’unico in Sardegna. Il rifugio si attiva per creare le condizioni di sicurezza ideali per la vita del cinghialotto. Ma la burocrazia ha tempi lunghi. La richiesta di permessi, via libera, autorizzazioni, vaccini, dilatano i tempi del trasferimento. Solo nei giorni scorsi, a distanza di due anni, Maddy mette il muso nella sua nuova casa. Stare sempre chiuso in gabbia l’ha portato a ingrassare, è in sovrappeso, non è riuscito a recuperare l’uso della zampa, Ma nella sua nuova vita è previsto anche un piano di riabilitazione fisica allo studio di un’equipe veterinaria e un possibile intervento ortopedico per migliorarne il benessere e le capacità motorie residue.
«Il caso di Maddy sottolinea la Lav – richiama l’attenzione sull’urgenza di superare approcci emergenziali alla gestione della fauna selvatica e riconoscere il diritto alla vita e alla cura anche per gli animali considerati “problematici” o “non gestibili”. Ringraziamo tutte le istituzioni coinvolte che hanno consentito la risoluzione positiva di questa storia. Continueremo ad insistere affinché uno sguardo etico e un approccio innovativo non cruento alle problematiche che possono nascere nella convivenza con altre specie animali, diventino costanti e strutturali in tutte le amministrazioni ed istituzioni».