Lotta agli abusi edilizi, raffica di sequestri tra Olbia e Golfo Aranci
Controlli a tappeto del corpo forestale e della polizia giudiziaria
Olbia Cantine trasformate in locali residenziali, stradine sterrate realizzate come passaggio diretto ed esclusivo per andare in spiaggia, costruzioni vista mare venute su all’interno della fascia di inedificabilità assoluta dei 300 metri dalla battigia. Raffica di sequestri preventivi da parte della Procura di Tempio nella fascia costiera tra Olbia e Golfo Aranci, contro abusi edilizi e violazioni in materia urbanistica, ambientale e di tutela del paesaggio. L’attività, coordinata dal procuratore della Repubblica Gregorio Capasso, è stata eseguita nell’ambito dei servizi di controllo del territorio, dagli uomini del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e dal gruppo misto (forestale e vigili urbani) istituito presso la sezione di polizia giudiziaria della Procura di Tempio.
Tre i decreti di sequestro preventivo disposti d’urgenza dal procuratore Capasso e successivamente convalidati dal gip del tribunale di Tempio. Il provvedimento ha riguardato, nel comune di Golfo Aranci, il cantiere edilizio in località “Spiaggia Bianca – Cala Ambra”. Il sequestro, riguarda una parte del complesso turistico-alberghiero inserito all’interno del Piano di lottizzazione denominato “Cala Sassari-Spiaggia Bianca”. I sigilli sono scattati in una vasta area che comprende tre corpi di fabbrica dove sono state realizzate le abitazioni con relative piscine di pertinenza, un’area sensibile che è stata completamente trasformata e disboscata ed un’ulteriore pista sterrata realizzata come collegamento diretto ed esclusivo alla meravigliosa spiaggia di “Cala Ambra”. La Procura contesta la realizzazione di parte degli interventi all’interno della fascia di inedificabilità assoluta dei 300 metri dalla linea di battigia marina.
Il difensore della Gis, Gruppo immobiliare sardo srl, società proprietaria del complesso turistico alberghiero, l’avvocato Giancomita Ragnedda, ha già proposto istanza di riesame (dev’essere fissata l’udienza). Ribadisce che i volumi sono legittimi e che ciò che è stato realizzato è conforme a tutti gli atti di pianificazione. «La memoria predisposta mette in luce la storia di questo complesso e le plurime approvazioni che ha ottenuto – dice – Anche il consulente del pm ha rilevato che il piano di lottizzazione è pienamente conforme al Puc, ma ritiene che i titoli amministrativi conseguiti non siano validi perché in parte (circa 20 metri secondo le loro misurazioni fatte a 25 anni di distanza), i volumi più vicini alla spiaggia sarebbero stati autorizzati in violazione del vincolo legale dei 300 metri. Un errore cartografico commesso dai redattori del Puc del 2000/2001 determinerebbe, a parere della Procura, questa situazione. Vorrei evidenziare che gli attuali amministratori sono stati nominati dal 2020 in poi, quando i volumi e le strade risultavano realizzati da anni, in piena conformità agli atti di pianificazione».
Un secondo sequestro preventivo è stato eseguito dalla forestale e dal gruppo misto nell’agro di Olbia, in località Paule Lada - via Tremuleu e riguarda il cambio di destinazione d’uso di un capannone in muratura e un’ulteriore tettoia di circa 130 metri quadri che sarebbero dovuti essere adibiti a fienile per finalità esclusivamente agricole «ma che di fatto – spiegano dalla Procura – sono stati trasformati in locali commerciali per il deposito e la rivendita di materiale edile. Il terzo sequestro preventivo è avvenuto in località “Punta Volpe” a Porto Rotondo. La Procura contesta un notevole incremento volumetrico realizzato all’interno di una lussuosa villa turistica, con cambio di destinazione d’uso del seminterrato (ancora in fase di completamento al momento del sequestro) che è stato trasformato in locale residenziale, in totale difformità dalle autorizzazioni rilasciate dal Comune di Olbia. L’intervento ricade all’interno di un’area particolarmente tutelata paesaggisticamente e inserita all’interno della fascia dei 300 metri dalla linea di battigia marina.