La Nuova Sardegna

Olbia

L’episodio

Atti vandalici nella parrocchia, la denuncia di don Romolo: «Costretti a piazzare la videosorveglianza»

di Carolina Bastiani
Atti vandalici nella parrocchia, la denuncia di don Romolo: «Costretti a piazzare la videosorveglianza»

Il post social del prete: «Colpiti due volte in due mesi, anche con azioni in luoghi di culto che per delicatezza non espliciterò»

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Santa Teresa Gallura «Avviso-condivisione-denuncia!». Inizia così, con un climax ascendente a rimarcare la gravità della situazione, il messaggio che don Romolo Fenu, sacerdote della parrocchia di San Vittorio, a Santa Teresa Gallura, ha lasciato sui social. Un messaggio che arriva dopo che la parrocchia è stata presa di mira da diversi atti vandalici – due negli ultimi due mesi e quattro nell’ultimo anno – riservati in particolar modo alla zona di Buoncammino, dove sorge una chiesa campestre.

«Ho pensato e riflettuto prima di condividere pubblicamente ciò che in questo periodo ha colpito la nostra comunità e la parrocchia – scrive don Fenu –. In circa due mesi siamo stati colpiti da due gravi atti “vandalici”, quattro in un anno, a cui sono sempre seguite formali denunce alle autorità competenti, che si stanno impegnando per trovare i responsabili». Atti che, come racconta il sacerdote, hanno costretto la parrocchia a munirsi di sistemi di video sorveglianza per la tutela dei propri beni e delle persone che la frequentano, ma anche di chi abita nella zona. Sistema che ha permesso di scoprire moltissimi atteggiamenti irrispettosi e incivili, i cui autori si nasconderebbero sia tra i residenti di Santa Teresa, sia tra i numerosi turisti che d’estate la scelgono per trascorrere le proprie vacanze. «Atti che si sono verificati anche all’interno dei luoghi di culto – continua don Romolo Fenu – che per delicatezza non espliciterò. Si tratta di azioni che manifestano una profonda mancanza di rispetto». Da qui, come continua a spiegare il parroco, la necessità di adottare delle contromisure, anche per insegnare che ad ogni azione corrisponde una conseguenza, e per evitare che a causa di pochi soggetti paghi l’intera collettività. «Come parroco, quindi amministratore e custode dei beni della comunità – spiega il sacerdote – sarò costretto a prendere misure di tutela, in particolare per la zona di Buoncammino, sempre più soggetta ad atti di vandalismo e aggressione ai beni della comunità. Questo porterà ad un utilizzo dello spazio molto limitato». Il sacerdote conclude, poi, con un invito rivolto a tutti. «Forse – dice – dovremmo abbandonare un atteggiamento omertoso e iniziare a denunciare alle autorità competenti e alla collettività ciò che va contro la legge e, quindi, non permette una vita bella nel nostro paese».

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