Olbia Da corso Umberto a via Nanni il passo può essere molto breve. Sono 400 i metri che separano il palazzo comunale dalla sede della Provincia. Distanza che Settimo Nizzi punta adesso a colmare senza compiere salti mortali. La strada è tutta in discesa e il sindaco di Olbia, forte dei numeri della sua città e del peso elettorale del centrodestra in tutto il nord est, vede l’ufficio della presidenza piuttosto vicino. Per adesso – e forse lo sarà fino alla fine – è lui l’unico candidato alla guida della nuova Provincia Gallura in vista delle elezioni del 29 settembre. Uomo di punta di Forza Italia fin dal 1994, a nominarlo è stata l’intera coalizione nel corso di una riunione lampo che ha confermato le voci che si rincorrevano già da alcune settimane.
Quattro volte sindaco e un passato da deputato. Aveva mai pensato alla presidenza della Provincia?
«A dir la verità no, non era nei miei piani. Se ci fossero state le elezioni normali, non mi sarei candidato. Avrei continuato a fare il sindaco della mia città. Ma ora le condizioni sono diverse: solo un primo cittadino può diventare presidente e, tra le altre cose, il sindaco dovrà avere almeno 18 mesi di mandato davanti a sé. La coalizione di centrodestra mi ha chiesto la disponibilità e ho accettato. Per questo ringrazio tutti i segretari».
Ha già parlato con gli altri sindaci? Non teme qualche risentimento da parte di altri territori?
«In questi giorni ci incontreremo e parleremo tutti insieme, è fondamentale che il territorio sia unito. Per esempio, ci sarà da formare anche il consiglio provinciale. E la città di Olbia darà la sua disponibilità a essere inclusiva. Decideremo la cosa migliore per tutti».
Invece, con tutta probabilità, il centrosinistra non presenterà alcun candidato.
«Quando parlo di unità mi riferisco anche a quella politica, non solo a quella del territorio. Soprattutto in questa fase sarà fondamentale il coinvolgimento di tutti. Credo anche che il centrodestra possa rinunciare a uno o due posti del futuro del consiglio provinciale. Alla fine ci conosciamo tutti, sappiamo chi siamo. La mia idea è questa, ma ne discuteremo insieme alla coalizione».
Il nord est, oggi locomotiva dell’isola, ha di nuovo la sua Provincia. Perché è importante?
«La cancellazione degli enti intermedi fu un grave errore. Era il periodo drammatico dell’antipolitica, generata anche dalla crisi economica sia nazionale che mondiale. Invece io credo che avere la nostra Provincia sia molto importante. La Gallura, per esempio, storicamente si è sempre sentita Provincia, anche quando il primo ente neanche esisteva. Ora, dunque, abbiamo la possibilità di essere nuovamente autonomi e di decidere cosa sia meglio per noi. Nell’ultimo passaggio, cioè nella fase del distacco da Sassari, sono stati bravi i due incaricati a chiudere in fretta tutti gli atti (in altre parole Gian Piero Scanu, commissario liquidatore della Provincia di Sassari, e Rino Piccinnu, amministratore straordinario dell’ente gallurese, entrambi area Pd, ndr). Fatte le elezioni, per la Gallura sarà comunque fondamentale tornare a collaborare con tutti, a partire da Sassari e da Nuoro».
A proposito dell’amministratore, ultimamente i rapporti con Piccinnu sembrano essere piuttosto buoni.
«Quando in politica c’è il rispetto delle persone, si collabora tranquillamente. Per il bene di tutti si lavora anche in condizioni che non sono di stretta amicizia».
E con la governatrice Alessandra Todde? Se dovesse diventare presidente, la sentirà molto spesso.
«Già da adesso ho ottimi rapporti sia con la presidente che con gli assessori. Ci siamo trovati d’accordo su molti punti, come sulla questione del fotovoltaico e dell’eolico».
Ma quali sono le priorità della Provincia?
«Sicuramente le strade e l’edilizia scolastica. A Olbia, per esempio, la popolazione studentesca è molto elevata e diverse scuole superiori sono praticamente da ricostruire. Alcune si trovano anche in zona a rischio idrogeologico. Poi bisognerà pensare anche al personale dell’ente, che attualmente è insufficiente. Ma ripeto: la cosa fondamentale sarà tenere il territorio unito, solo in questo modo la nostra voce sarà più forte».
Lei resterà sindaco fino al 2027 e il terzo mandato non è previsto. Nel caso potrà restare presidente della Provincia?
«Non ne sono sicuro, ma credo che sia prevista la decadenza».
E dopo che farà?
«Me ne andrò in vacanza (ride, ndr)».
Non ci crede nessuno. Ha già scelto il suo erede?
«Ma no, figuriamoci. Mancano ancora due anni. Sicuramente ci sono diverse persone in grado di ricoprire quel ruolo. Quando sarà il momento, decideremo».
A marzo il segretario regionale di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha detto che lei ha tutte le carte in regola per guidare il centrodestra alle prossime regionali. Lo farebbe mai? Si dice che sia una sfida troppo difficile per un olbiese, soprattutto nel sud Sardegna.
«Non credo che sia una sfida difficile per un olbiese, così come non lo è per un nuorese, un oristanese o di qualunque altra parte della Sardegna. Il fatto è che si devono creare condizioni importanti dettate dal momento storico e dalla politica sia regionale che nazionale. Spesso, quando si fanno le divisioni dei pani e dei pesci, capita che una cosa che si dava per fatta alla fine non vada in porto. In ogni caso, non ci sto pensando».