Olbia Sono cominciati oggi, 22 agosto, gli accertamenti tecnici sull’imbarcazione sotto sequestro ormeggiata a Portisco, a bordo della quale l’8 agosto scorso era stato trovato privo di vita il 21enne di Bacoli, Giovanni Marchionni. Accertamenti disposti dalla Procura di Tempio, necessari per fare luce sulle cause della morte del giovane marinaio. Al lavoro il consulente nominato dal procuratore Gregorio Capasso e dalla sostituta Milena Aucone che stanno seguendo le indagini, l’ingegnere Giuseppe Salvatore Mangano, il quale dovrà verificare se all’interno del motoscafo di 17 metri di proprietà di imprenditori nautici campani, ci siano elementi di tossicità, cioè fumi tossici che possano aver provocato la morte del ragazzo.
Sotto la lente dei magistrati, in particolare, il serbatoio delle acque nere e il vano batterie. L’incarico al consulente della Procura è stato conferito nel pomeriggio, dopo di che sono cominciati gli accertamenti, con una prima ispezione dell’imbarcazione. Presenti i legali della famiglia della vittima e dei proprietari del motoscafo, con i loro consulenti. A rappresentare i familiari di Giovanni Marchionni, gli avvocati Gabriele Satta e Maurizio Capozzo, che hanno nominato come consulenti di parte l’ingegnere Antonio Scamardella (già consulente della procura di Grosseto nell’inchiesta sul naufragio della Costa Concordia), l’ingegnere Filippo Scamardella e il medico Sebastiano Ackermann. I proprietari dell’imbarcazione sono assistiti dagli avvocati Giampaolo Murrighile e Sebastiano Giaquinto. Nominato come consulente di parte l’ingegner Massimo Simeone.
Quella di oggi è stata una prima ispezione a bordo del motoscafo, una perlustrazione approfondita dei diversi vani, a cominciare dalla cabina dove era stato ritrovato il corpo senza vita di Giovanni Marchionni. Dalle verifiche non sarebbe emersa nessuna particolare anomalia. Ma il lavoro del consulente del pubblico ministero sarà lungo: ha chiesto novanta giorni di tempo per rispondere ai quesiti della Procura e depositare la relazione finale. Gli accertamenti sull’imbarcazione proseguiranno nel pomeriggio di mercoledì 27 agosto, quando saranno fatte delle prove con tutti gli impianti accesi.
Il fascicolo aperto dalla Procura di Tempio per omicidio colposo è ancora a carico di ignoti. L’autopsia, svolta la scorsa settimana, non ha fornito risposte definitive sulle cause del decesso. Si attendono ora i risultati degli esami tossicologici e istologici. «Voglio sapere perché è morto», ha scritto ieri sul suo profilo Facebook Ines Marrone, la madre di Giovanni Marchionni. Un post straziante dove chiede risposte per la morte che sembra inspiegabile, di suo figlio. «Non ho paura della morte, credo che esista da sempre un giorno già segnato. Ma se l’8 agosto non era il giorno del mio Giovanni, io voglio sapere perché è morto». «Oggi ci stringiamo ancora più forte ad Ines, mamma di Giovanni Marchionni, che con un toccante e composto appello social chiede solo una cosa. La verità», scrive in un post il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione. Dove ricorda che «la direzione generale dell’ Inail Campania ha avviato un’indagine per accertare l'eventuale sussistenza di un infortunio sul lavoro. Di morte sul lavoro. Perché – ribadisce il sindaco – Giovanni era lì per lavorare».