Tavoli e sedie oltre i limiti: chiusi altri due locali a San Pantaleo
Occupazione di suolo pubblico, stop all’attività per cinque giorni. Porte chiuse anche in un bar di Olbia
Olbia Ancora porte chiuse nel borgo degli stazzi trasformati in boutique e locali di lusso. La polizia locale è tornata nella piazza di San Pantaleo armata di metro e taccuino e ha accertato nuove occupazioni abusive di suolo pubblico con sedie e tavolini. Ai tre bar chiusi per cinque giorni a luglio si aggiungono adesso altri due locali: il ristorante Giagoni in piazza, uno dei più noti in Gallura, e il nuovo Casa Bohème, sempre nelle immediate vicinanze della chiesa di San Pantaleo. È tutto scritto in due ordinanze dirigenziali del Comune di Olbia. I due locali, tra i più frequentati anche da chi passa le vacanze in Costa Smeralda, non potranno dunque lavorare per un totale di cinque giorni, sulla base di una ordinanza che il sindaco Settimo Nizzi aveva firmato a inizio estate con l’obiettivo di inasprire le sanzioni per chi occupa strade, piazze e marciapiedi oltre lo spazio consentito. Non solo San Pantaleo, comunque. Il Comune ha infatti chiuso, per lo stesso periodo di tempo, anche un bar nel centro di Olbia: il Cafè Max di via Vittorio Veneto.
Caso San Pantaleo. Tra musica alta, traffico e piazza spesso semi-occupata dai tavolini, ogni anno San Pantaleo finisce al centro di dibattiti e polemiche. Così, a luglio, aveva fatto scalpore la chiusura per cinque giorni dello storico e frequentatissimo Caffè Nina, insieme a La Place e a Qui&Ora. Adesso, invece, è il turno di Giagoni e Casa Bohème. Nel corso di alcuni controlli effettuati settimane fa, nella piazza della chiesa sono state riscontrate ampie occupazioni di suolo pubblico con sedie, tavolini e fioriere. Quindi dal Comune adesso ordinano: rimozione del materiale sistemato senza autorizzazione e chiusura delle attività per cinque giorni. «Il crescente fenomeno di occupazione abusiva di suolo pubblico da parte di titolari di esercizi commerciali è oggetto di persistenti segnalazioni da parte dei cittadini» si legge nelle ordinanze dirigenziali. Si parla inoltre di un «fenomeno di degrado avente dimensione collettiva e radicata nel contesto urbano, tale da rendere necessaria una nuova valutazione generale dell’equilibrio tra l’interesse pubblico di massima fruizione del suolo pubblico, da un lato, e l’interesse pubblico di tutela del patrimonio, dall’altro».
Nuove regole. Un fenomeno che, anche in vista dell’estate, aveva spinto il sindaco Nizzi a firmare una ordinanza che, in caso di occupazione di strade e marciapiedi al di là dei limiti consentiti, oltre la multa prevede anche la chiusura dell’attività per almeno cinque giorni. Una ordinanza che, in particolare, richiama un articolo della legge 94 del 2009 che, nei casi di indebita occupazione, dà la possibilità al sindaco di «ordinare l’immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e, se si tratta di occupazione a fine di commercio, la chiusura dell’esercizio fino al pieno adempimento dell’ordine e del pagamento delle spese o della prestazione di idonea garanzia e, comunque, per un periodo non inferiore a cinque giorni». Nel frattempo in consiglio comunale è stato da poco approvato il nuovo regolamento dei dehors. In poche parole, sono stati in qualche modo formalizzati gli ulteriori spazi che erano stati concessi dal Comune durante la pandemia di Covid per garantire la somministrazione delle bevande e degli alimenti nelle aree esterne. Gli spazi stabiliti saranno delimitati da punzoni metallici sistemati dall’Aspo.