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Olbia lancia la sfida al fumo, via allo screening del polmone


	Di lotta al fumo si è parlato in sala giunta
Di lotta al fumo si è parlato in sala giunta

Il 20 e 21 settembre la prevenzione scende in piazza con l’evento “Esci dal tunnel. Non bruciarti il futuro”.

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Olbia Olbia diventa il cuore della lotta al fumo e al tumore al polmone. Il 20 e il 21 settembre la città ospiterà la campagna nazionale di sensibilizzazione “Esci dal tunnel-Non bruciarti il futuro”, organizzata da Comune, Asl Gallura, Mater Olbia e associazione Walce (Women Against Lung Cancer in Europe). Un’iniziativa spettacolare e insieme drammatica: in piazza Elena di Gallura comparirà un enorme tunnel a forma di sigaretta, lungo 14 metri, all’interno del quale i visitatori vivranno un percorso immersivo che racconta i danni del fumo e delle sigarette elettroniche. L’allarme, infatti, riguarda soprattutto i più giovani: «L’età in cui si comincia a fumare si è abbassata drasticamente - ha avvertito Claudio Sini, dirigente medico dell’ospedale Giovanni Paolo II e membro del direttivo nazionale di Walce –. E l’introduzione delle e-cig non ha ridotto il problema, anzi lo sta aggravando».

Olbia non è nuova a scelte coraggiose contro il tabacco: dopo Milano, è stata tra le prime città italiane a introdurre il divieto di fumo nei locali all’aperto, nei dehors e perfino sulle spiagge. Una decisione che rafforza il legame tra l’amministrazione comunale e i progetti di prevenzione. «La nostra amministrazione sostiene con forza iniziative come questa - ha detto il sindaco Settimo Nizzi -: prevenzione e sensibilizzazione sono il fulcro di una comunità sana. Ridurre i danni del fumo significa tutelare il benessere e la salute delle persone».

La campagna, presentata nella sala giunta del Comune, anticipa una novità storica: dal 1° dicembre prenderà il via in Gallura il progetto pilota dell’ambulatorio diffuso per la prevenzione e lo screening per il tumore al polmone, grazie alla sinergia tra radiologi del Mater Olbia e dell’Asl Gallura. Nei siti istituzionali sarà disponibile un link per l’iscrizione . Il programma, finanziato con fondi regionali, prevede esami di tomografia computerizzata a bassa dose per i soggetti più a rischio, insieme a un potenziamento dei centri antifumo. «Con la tac ad alta risoluzione possiamo ridurre la mortalità specifica per tumore polmonare del 20-30%», ha spiegato Sini.

Il commissario straordinario dell’Asl Gallura, Ottaviano Contu, ha sottolineato il valore del progetto come occasione per «rafforzare la rete di prevenzione sul territorio e avvicinare i cittadini ai servizi sanitari. E poi: così come avvenuto per lo screening mammario, creeremo un’équipe dedicata per lo screening del polmone».

Il direttore sanitario del Mater Olbia Paolo Anibaldi ha invece richiamato l’attenzione sui dati più drammatici: ogni anno nel mondo si registrano 1,8 milioni di decessi per tumore al polmone, in Italia 100 morti al giorno, con una sopravvivenza che a cinque anni si ferma appena al 15%. «Numeri che impongono una risposta rapida e concreta, e Olbia la sta dando», ha commentato.

Accanto allo screening, la sfida si gioca sulla prevenzione primaria. «Dal 2007 in Gallura esistono i centri antifumo del Serd: uno o due corsi l’anno, un mese di trattamento e un successo del 60-70% tra i partecipanti. Vogliamo potenziare questi servizi e aprirne anche a Tempio e La Maddalena - ha spiegato la psicologa Miriam Melillo -. Poi il progetto entrerà nelle scuole elementari e medie. Previste attività formative per i docenti. Saranno loro a insegnare poi ai ragazzi a costruire stili di vita sani». La frontiera tecnologica è affidata al Mater Olbia: «L’intelligenza artificiale sarà impiegata per analizzare in automatico una grande mole di immagini radiologiche e individuare precocemente i soggetti più a rischio», ha spiegato Davide Cusumano, responsabile di Fisica Medica e Radioprotezione. «Non sostituirà i clinici, ma li supporterà in un percorso sempre più personalizzato di prevenzione e diagnosi».

La due giorni di Olbia, tra piazza e convegni, si inserisce nel quadro nazionale della Rete Italiana Screening del Polmone (Risp). «È un progetto che può cambiare la storia sanitaria della Gallura – hanno sottolineato gli organizzatori – perché unisce prevenzione primaria e secondaria, tecnologia e sensibilizzazione sociale».

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