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Fugge in Ucraina con la figlia, torna in Sardegna dopo due anni e fa pace col marito: a processo per sottrazione di minore

di Marco Bittau
Fugge in Ucraina con la figlia, torna in Sardegna dopo due anni e fa pace col marito: a processo per sottrazione di minore

Olbia, nonostante il divieto del giudice la donna era partita a Kiev: inseguita dalla polizia di mezza Unione Europea, ora è ritornata a casa

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Olbia Da intrigo internazionale a storia a lieto fine, si è conclusa ieri, 22 ottobre, la rocambolesca fuga a Kiev di una giovane ucraina insieme alla figlia di 5 anni. Via da tutto, nonostante il divieto del tribunale di Tempio e inseguita dalla polizia di mezza Unione europea. Soprattutto, via dal marito imprenditore tempiese, padre della bambina, e via dalla casa in Gallura dove la famiglia aveva sempre vissuto. Ora, dopo un’odissea lunga più di due anni, è arrivata la svolta clamorosa: la donna è tornata a casa, tra Olbia e Tempio, ha fatto pace con il mondo intero che la cercava e ha ricomposto il nucleo familiare che aveva fatto a pezzi.

Il processo

C’è un prezzo da pagare, naturalmente: un processo in tribunale dove è accusata di sottrazione di minore, non proprio una cosetta. Gli avvocati – che già hanno compiuto il miracolo della riconciliazione – stanno lavorando per limitare i danni. Magari con una richiesta affidamento in prova ai servizi sociali. Si vedrà il 5 novembre in tribunale. Lo stesso giorno c’è anche la causa civile per la separazione, che sarà chiusa con la riconciliazione delle parti e con l’affermazione solenne che l’Italia, in fondo, è una Repubblica fondata sull’amore. Rifiorita la passione?

In fuga da Kiev

Kiev di questi tempi non è il posto migliore e più sicuro dove vivere? Può darsi, certo che Olga (nome di fantasia) ci ha messo un bel po’ prima di riprendere la via di casa in Gallura e riabbracciare il marito e padre della bambina. In oltre due anni la vicenda ha destato tanto clamore diventando un vero e proprio intrigo internazionale con il coinvolgimento del Parlamento italiano e persino della Santa Sede. Un lavoraccio per gli avvocati – Salvatore Deiana che assiste il marito, Maria Francesca Lorusso che assiste la donna e Monica Cazzari nominata dal tribunale per assistere la figlia minore – che alla fine sono riusciti nell’impresa di ricostituire un nucleo familiare in disfacimento.

La storia

La vicenda era emersa pubblicamente nel mese di settembre di due anni fa quando Olga, allora 35enne, aveva abbandonato il tetto coniugale portando via anche la figlia di 5 anni. Dopo essere stata ricercata in tutti paesi dell’Unione europea, Olga aveva raggiunto il suo paese, violando tutte le disposizioni di legge imposte dall’allora presidente del tribunale di Tempio, Giuseppe Magliulo: dalla sospensione della potestà genitoriale della madre con affidamento in esclusiva al padre all’ordine di riportare immediatamente la bambina al padre in Gallura. In realtà, già alla fine del 2022 la donna si era allontanata dalla Sardegna senza il consenso del padre. Poi, a metà settembre del 2023, la nuova fuga dopo che le era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Tempio per sottrazione di minore. Violando il divieto di espatrio, Olga era riuscita prima ad arrivare a Milano e poi a raggiungere Kiev. Inutile ogni tentativo di fermare la fuga della donna che, come risulta anche dai suoi atti difensivi, aveva persino sostenuto di far parte del corpo diplomatico accreditato dal ministero degli Esteri.

Il lasciapassare della Santa Sede

Non solo, Olga aveva anche sostenuto di poter disporre di un lasciapassare della Santa Sede, creando evidente imbarazzo nel Vaticano. «In tutto questo tempo abbiamo lavorato per riavvicinare la coppia e riconciliare la famiglia – spiega l’avvocato Salvatore Deiana –. Si partiva da una rottura completa con la fuga di lei in Ucraina portando via anche la bambina, ma si partiva anche dalla straordinaria perseveranza dell’imprenditore mio cliente, che non si è mai rassegnato a perdere la propria famiglia. Qualche mese fa lui si è anche recato in Ucraina per vedere la moglie e la figlia e per verificare la possibilità di una riconciliazione. Insomma, è stato un lungo percorso che alla fine ha riportato a casa madre e figlia». «Adesso – prosegue Deiana – ci vedremo il 5 novembre in tribunale, già d’accordo con gli altri avvocati. La causa civile di separazione si estinguerà con l’avvenuta riconciliazione, mentre per il processo penale stiamo valutando la proposta di un affidamento in prova di lei ai servizi sociali».

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