Emergenza casa a Olbia: gli affitti turistici fanno schizzare i canoni. Le famiglie migrano nei paesi vicini
L’assessora ai Servizi sociali: «Per spazi piccoli vengono chiesti tra gli 850 ai 1200 euro. Ma il Comune non può imporre i prezzi»
Olbia A Olbia la casa è diventata l’emergenza delle emergenze. A dirlo, senza giri di parole, è l’assessora ai Servizi sociali Simonetta Lai: «La spinta degli affitti turistici tiene i canoni alti tutto l’anno, produce sfratti di fatto e rende impossibile la vita a chi ha stipendi o pensioni normali. Il copione è questo: famiglie invitate a lasciare l’appartamento in primavera per “far stagione” oppure costrette a canoni da 850 fino a 1.200 euro anche per spazi piccoli; per chi vive con 600 euro di pensione, significa sfratto indotto. Non è solo una questione di povertà certificata: riguarda anche chi ha un reddito, ma non abbastanza per reggere prezzi ormai fuori scala. E quando il tetto diventa incerto, il resto della vita si scompone: aumentano ansia e depressione, si logorano i rapporti familiari, i bambini assorbono la preoccupazione degli adulti (“dobbiamo andar via di casa?”, “dove andremo?”), si sfilacciano le reti di amicizia. Ma il Comune non può imporre prezzi: la proprietà privata è un diritto tutelato».
Può però provare a rimettere in circolo alloggi propri. È la strada scelta: una ventina di appartamenti comunali sono in fase di sistemazione (con una quota pensata per giovani coppie) mentre la Regione ha avviato i lavori per realizzare nuove case popolari a San Nicola. Nel frattempo molte famiglie restano residenti a Olbia per non perdere i servizi, ma sono costrette a vivere altrove, con pendolarismi costosi e vite sdoppiate. E la domanda di aiuto cresce.
I numeri
Gli accessi al centro di disabilità globale registrati nel 2024 sono stati 13.043 «e siamo già oltre quota 11.500 nel 2025, con picchi nei periodi di rinnovo delle pratiche», precisa l’assessora. Sul versante della Legge 162 (piani personalizzati per la disabilità) il salto è netto: da meno di 200 beneficiari otto anni fa ai 1.338 del 2024, diventati 1.381 nel 2025. L’assistenza domiciliare oggi segue 127 famiglie (una media che oscilla attorno alle 150), grazie anche al progetto “Ritornare a casa” che sostiene i malati gravi a domicilio per evitare ricoveri in struttura. L’utenza che si è rivolta ai Servizi sociali per ottenere sostegno e contributi ha superato quota 11mila nel 2024 e in questo momento siamo quasi a 7mila.
I minori
Il fronte più sensibile resta quello dei minori. Qualche anno fa erano circa 600; nel 2024 sono diventati 808 e nel 2025 sono 969 quelli già presi in carico. «Non sempre possono restare in famiglia: gli allontanamenti disposti dal Tribunale sono stati 55 nel 2024 e sono 64 quest’anno. Numeri che si trasformano in costi pesanti: circa 1,6 milioni di euro l’anno per l’accoglienza dei minori, a cui si affiancano altri 1,6 milioni per anziani e disabili in struttura. Se avessimo più famiglie affidatarie ridurremmo spese e traumi», sottolinea l’assessora.
Sanità
Un capitolo che pesa. In molte situazioni, persone fragili si ritrovano a pagare di tasca visite e terapie che dovrebbero essere coperte dal Servizio sanitario. E quando il reddito è assorbito dall’affitto, il farmaco diventa un lusso. E qui il rischio non è solo economico: la fragilità espone a consigli sbagliati e percorsi sanitari opachi. Dormitorio L’assessora Lai annuncia che sta per partire la riqualificazione del dormitorio. «È stato individuato un albergo in una traversa di viale Aldo Moro: qui traslocheranno, sino alla fine dei lavori, sia le famiglie accolte che gli ospiti che trascorrono la notte nella struttura di via Canova. Nessuno, insomma, rimarrà per strada».
Giovani e autonomia C’è anche chi ce la fa, accompagnato bene. «Con “Prendere il volo” sono 16 i ragazzi che stanno costruendo un’autonomia reale: casa in affitto, un lavoro, un educatore che li segue finché gli equilibri non si consolidano. È il passaggio più delicato (l’uscita dalla tutela) e farlo senza cadere è possibile se i pezzi del puzzle arrivano tutti insieme».
Operatori Per reggere l’urto, il sistema ha bisogno di chi lo manda avanti: gli operatori. Per questo sono state avviate azioni di prevenzione del burnout, con percorsi individuali e di gruppo. E intorno, la città: attività gratuite al Community hub e il nuovo sportello antidiscriminazione che sta per aprire. Progetti in corso Accanto alla gestione ordinaria, il Comune sta portando avanti diversi progetti di rafforzamento e inclusione sociale: come i percorsi per l’autonomia delle persone con disabilità con la riqualificazione degli spazi abitativi di domotica, i programmi di sostegno agli anziani non autosufficienti, e le nuove “stazioni di posta”, centri di supporto sociale per il contrasto alla povertà.
