Prestito negato alla cliente autistica. Compass: «L’operatrice voleva che la ragazza capisse i rischi»
È scontro tra la famiglia e la società del gruppo Mediobanca
Olbia Il caso del prestito negato a Elena, una ragazza autistica di Olbia, ha spinto Compass – società del gruppo Mediobanca – a diffondere una nota ufficiale. Nella comunicazione, Compass afferma di aver condotto «attente verifiche interne, dalle quali è emerso un quadro dei fatti che si discosta dalla ricostruzione pubblicata. In particolare, risulta che la propria operatrice abbia agito con l’unico obiettivo di tutelare la persona richiedente il prestito personale, senza alcun comportamento discriminatorio. Difatti, conformemente alle procedure previste per la concessione dei finanziamenti, l’operatrice ha dialogato con la giovane donna per accertarsi che fosse in grado di sottoscrivere personalmente la richiesta di prestito, nella piena consapevolezza degli impegni e dei rischi connessi. Tale circostanza assume, per Compass, la massima rilevanza, alla luce delle potenziali conseguenze cui la clientela può andare incontro in caso di successive difficoltà, in particolare in termini di sovraindebitamento. L’operatrice, non ricevendo riscontri dalla potenziale cliente, bensì verificando che l’accompagnatore, identificatosi come il padre, tendeva a sostituirsi alla figlia nell’interlocuzione, ha adottato un approccio a tutela di quest’ultima, in assenza di qualsivoglia espressione discriminatoria. A quel punto, il genitore ha interrotto bruscamente la conversazione, abbandonando la filiale senza consentire alla collega di valutare ipotesi alternative, quali – ad esempio – il coinvolgimento del padre nell’istruttoria come soggetto co-obbligato (anche ove questo rivestisse il ruolo di amministratore di sostegno, circostanza non nota alla banca). Confidando nella correttezza dell’operato dei colleghi della filiale di Olbia e dispiaciuti per l’equivoco generatosi – si legge testualmente –, invitiamo le persone interessate a recarsi nuovamente in filiale, con tutta la documentazione di supporto, per procedere alla richiesta di credito. L’istruttoria, preme sottolineare, si svolgerà nel pieno rispetto delle politiche di concessione del credito di Compass, da sempre ispirate a principi di sana e prudente gestione e di tutela della propria clientela».
La giovane e il padre confermano invece ogni dettaglio della loro versione. E ricordano che Elena aveva deciso di chiedere un piccolo prestito per rinnovare la cameretta senza gravare sulla famiglia né intaccare i propri risparmi. «Per questo ci siamo presentati nella filiale di Compass presso la quale anche io - dice il padre - sono già cliente. Particolare che ho subito comunicato». Elena ha consegnato i documenti allo sportello «e ho risposto soltanto a una unica domanda - racconta la ragazza - quando mi è stato chiesto se fossi già cliente Compass. Poi ha parlato mio padre».
«A quel punto l’operatrice mi ha chiesto perché non fosse mia figlia a esporre la richiesta - ha detto l’uomo -, e ho spiegato che Elena è autistica e che, nelle situazioni nuove, si sente un po’ a disagio. Pochi istanti dopo, l’operatrice si è alzata, ha restituito i documenti e ci ha detto che ”non danno prestiti a questa categoria di persone”. Una frase per noi discriminatoria e estranea ai criteri di valutazione della solvibilità. Ho già riferito l’accaduto ai carabinieri e sto valutando anche una denuncia per discriminazione ai sensi della Legge 67/2006».
Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione SensibilMente. La presidente, Veronica Asara, ha detto che «se quella frase è stata pronunciata nei termini riportati, siamo di fronte a una discriminazione diretta. Episodi di questo tipo, purtroppo non rari, creano ostacoli concreti all’autodeterminazione delle persone con fragilità e impediscono loro di compiere scelte normali e legittime come chiunque altro».
